Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 41

Michele Perruzza

41. LA SCENA E’ LA STESSA MA L’ATMOSFERA NON E’ PIU QUELLA – 21. 11. 1991
L’aula è la stessa, ma l’atmosfera appare cambiata rispetto al processo di primo grado del marzo scorso. Capelli tagliati e ben rasato, Perruzza s’è presentato in giacca e cravatta.
Oltretutto il muratore ha potuto assistere alla seconda parte dell’udienza di ieri, nel pomeriggio, seduto accanto ai suoi avvocati, cioè fuori dalla gabbia e senza manette. …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 40

Gli avvocati di Michele Perruzza esaminano, in aula, la pietra sequestrata con la quale il muratore avrebbe ucciso la nipotina di 7 anni

40. DIFESA GIA’ DISARMATA? – 21. 11. 1991
«Papà quando torni a casa?». Alla domanda del suo figliolo più piccolo di 8 anni (l’età di Cristina) che lunedì sera è andato a trovarlo in carcere insieme con la madre, Michele Perruzza in lacrime ha risposto: «Devo stare qui ancora un po’ di giorni». Lunedì sera, alla vigilia del processo di secondo grado davanti alla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, la speranza del muratore di Balsorano accusato di aver ammazzato la nipotina, era ancora viva.
Ma quella speranza è apparsa subito fortemente compressa dalla prima, intensa, giornata di ieri del processo d’appello. …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 39

Il magistrato Bruno Tarquini, scomparso nel gennaio del 2019

39. TRA L’ERGASTOLO E LA SPERANZA – 20. 11. 1991
Da una parte la condanna all’ergastolo inflitta nel nome del popolo italiano: dall’altra una rinnovata agguerrita difesa che propone l’ “azzeramento”: collaudo complesso per il processo d’Assise di secondo grado che è ancora “in rodaggio” perché sotto il vigore del nuovo codice sono stati celebrati finora pochissimi processi d’Appello.
Non solo.
Da una parte una famiglia distrutta nel tentativo di difendersi pur avendo certamente in casa l’omicida; dall’altra una famiglia distrutta per aver perduto una bambina di appena 7 anni che pretende giustizia; in mezzo feroci polemiche per gli errori, voluti e non, che hanno lasciato parecchie zone d’ombra. Un arduo compito attende i giudici della Corte d’Assise d’Appello chiamati a riesaminare il delitto di Balsorano. …

Leggi tutto

La crisi del Pd all’Aquila/ Il vero problema è l’assenza di classe dirigente

La mia analisi sul Messaggero di oggi
(vai alla versione sul sito del Messaggero)

Una recente conferenza del Pd aquilano

La mossa (poi rientrata) di lasciare il Pd per dar vita un “cartello” civico del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, annunciata tempo fa ma poi mai attuata, oltre a segnare l’avvio ufficiale della campagna elettorale per le prossime comunali del 2022, certifica ulteriormente, se ce ne fosse bisogno, idel problema più grave che L’Aquila deve affrontare. Problema, non emergenza. Non si parla, quindi, del 6 aprile e, soprattutto, della sua ricostruzione, nè della pandemia. Si parla dell’assenza di classe dirigente.
Su questo fronte, il Partito democratico, grande protagonista da sempre (prima Pci, poi Pds, quindi Ds) della storia civica cittadina, in questi giorni fa segnalare una sconfitta non da poco. Entrambi i suoi due giovani candidati alla primarie per la passata corsa a sindaco (Pietrucci, appunto, e Americo Di Benedetto, oggi, guarda caso, entrambi in Regione) hanno abbandonato il partito sbattendo più o meno la porta e contestando, più o meno entrambi, lo strapotere della vecchia guardia e in particolare della “Triade” Cialente- Lolli(auguri per i 70 anni!)- Pezzopane.
Il passaggio, clamoroso, fa riflettere. La sconfitta è colpa della mancata stoffa dei due giovani rampanti leader della generazione dei quarantenni o della vecchia guardia che, pur avendo segnato un’epoca, raccogliendo incarichi importanti e continuativi, non ha saputo allevarli bene? Non è sfuggito il passaggio, dopo l’elezione della nuova segreteria (fino ad allora retta da un giovanissimo), che il neoeletto presidente del Circolo, Carlo Benedetti (da sempre sulla scena ma mai in primissimo piano) abbia vincolato il futuro del partito al rientro nello stesso di Cialente (in effetti, poi avvenuto) che aveva sbattuto la porta dicendone di volersene andare.
Se il Pd avviasse questa riflessione affinchè dall’analisi si possano trovare correttivi, si troverebbe paradossalmente in vantaggio rispetto agli altri partiti e schieramenti cittadini dove la malattia dell’assenza di una vera classe dirigente è da tempo allo stadio terminale. Soprattutto in quel ventre molle dei moderati, i post democristiani per intenderci, che da quando sono “sparite” anche le sponde Margherita e Udc, pur maggioranza numerica contano poco o nulla perchè senza partito che li rappresenti, senza contenitore che li accolga alla pari e senza un leader che li guidi.
Angelo De Nicola

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 38

Giuseppe Capoccitti, padre di Cristina, durante un’udienza del processo

38. «DIMENTICARE E’ IMPOSSIBILE, TANTOMENO PERDONARE» – 19. 11. 1991
«E va bene… Va bene, accetto di parlare con lei. Ma per favore non venga a casa mia. Non abbiamo mai ricevuto giornalisti nella nostra nuova casa di Avezzano e non faccio eccezioni».
Dopo tante insistenze, alla fine Giuseppe Capoccitti s’è lasciato convincere a fare quattro chiacchiere col cronista alla vigilia del processo di secondo grado. Era contrario, restio, non voleva: «Non ho bisogno di pubblicità – dice -, né di recitare per forza il ruolo strappalacrime del padre della piccola Cristina, né di fare il protagonista a tutti i costi. Cosa vuole che possa dire il padre di una bellissima bambina che non c’è più perché è stata assassinata? Me lo dica lei: cosa posso dire?». …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 37

Le scritte contro Michele Perruzza e sua moglie al lavatoio pubblico di Case Castella

37. NEPPURE IL PARROCO DON MARIO VUOLE PERDONARE – 17. 11. 1991
Mancano tre giorni al processo d’appello a Michele Perruzza. L’atmosfera è già incandescente anche perché è stata surriscaldata da un’estate di polemiche avviate in particolare dalla pubblicazione di un libro-inchiesta sul delitto che ha innescato l’intervento dell’Avi (Associazione vittime dell’ingiustizia).
Tale associazione ha avanzato notevoli perplessità sull’operato della magistratura nel caso di Balsorano presentando anche una dettagliata interrogazione parlamentare al Ministro di Grazia e giustizia (rimasta senza risposta). …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 36

Michele Perruzza con i suoi avvocati Antonio De Vita (di spalle) e Attilio Maria Cecchini

36. «QUEL PROCESSO E’ NULLO» – 21. 5. 1991
Se si vuol provare a cancellare i dubbi e gli scrupoli che il processo per l’omicidio di Balsorano non è riuscito a fugare, occorre ricominciare da capo.
O quantomeno occorre guardare la vicenda processuale da un’altra prospettiva, senza paraocchi di sorta, al fine di analizzare la sola alternativa possibile, quella del figlio tredicenne, a Michele Perruzza condannato all’ergastolo.
E’ questa la sintesi delle 26 pagine dei “motivi d’appello” depositati ieri in cancelleria dai due nuovi avvocati di Perruzza (ad Antonio De Vita s’è aggiunto il penalista aquilano Attilio Cecchini). …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 35

L’avvocato Antonio De Vita. del foro di Roma, scomparso nel maggio del 2014 a 83 anni

35. MICHELE PERRUZZA CAMBIA DIFENSORE- 15. 4. 1991
Leonardo Casciere e Domenico Buccini non sono più i difensori di Michele Perruzza. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno, dopo che l’8 aprile scorso è stata depositata la sentenza con la quale la Corte d’Assise dell’Aquila ha condannato all’ergastolo Michele Perruzza. Maria Giuseppa Capoccitti, moglie di Michele Perruzza, ha testualmente dichiarato di aver eseguito puntualmente quello che le ha chiesto, dal carcere, suo marito. …

Leggi tutto

Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 34

Michele Perruzza duranre il processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise dell’Aquila, nel marzo del 1991

34. LA SENTENZA: DAL DNA LA PROVA DELL’ERGASTOLO – 12. 4. 1991
Il test sul Dna è stata la prova “regina” nel processo di primo grado per l’”omicidio di Balsorano”. Le analisi di laboratorio sulle tracce di sangue e su alcuni capelli sono state infatti decisive per giustificare la condanna all’ergastolo di Michele Perruzza.
Sono queste le “motivazioni” della sentenza di condanna al carcere a vita, emessa il 15 marzo scorso dalla Corte d’Assise dell’Aquila. …

Leggi tutto