MORTO A 86 ANNI ELIO PERETTI, ULTIMO CANTORE DELL’AQUILA

Il mio ricordo di Elio Peretti oggi sul Messaggero Abruzzo

Sfollato a Vasto dopo la terribile botta, pensò di inviare per posta, a scadenza precisa, al “suo” Messaggero (innumerevoli sono state le telefonate, fino agli ultimi giorni, di vibrata protesta su argomenti civici!) pagine letteralmente strappate dal suo bel libro “Le piazze dell’Aquila”. Quelle poesie, laceranti alla luce del sisma, vennero pubblicate sul giornale per mesi strappando lacrime agli aquilani. Una seconda edizioni a puntate, insomma. Cui ne seguì una terza, quando finalmente tornò nella suà città, a cantarla e a fare giri e giri attorno al prato di Collemaggio, al mattino presto, in tuta, con qualsiasi tempo.

Si è spento Elio Peretti, una tra le voci più profonde e suggestive della poesia italiana. Il poeta, autore di versi che hanno saputo toccare le corde più intime dell’animo, è scomparso all’età di 86 anni, lasciando dietro di sé un’eredità letteraria intrisa di emozione e riflessione. La sua vita, vissuta intensamente in una città baciata dalla “grande bellezza” ma spesso tormentata da eventi sismici, ha influenzato profondamente la sua produzione poetica. Nato nel cuore dell’Aquila nel 1937, ha trascorso la sua infanzia e gioventù in un contesto dove il paesaggio montano e la storia millenaria si fondono in un connubio indissolubile. Questa fusione di elementi si è riflessa nelle sue opere, che spesso esplorano i legami tra l’uomo, la terra e il tempo.

La poetica di Peretti si caratterizza per l’uso di un linguaggio semplice ma profondo, capace di penetrare l’anima del lettore e di suscitare emozioni autentiche. I suoi versi sono carichi di immagini suggestive, che dipingono quadri vividi della natura abruzzese e dell’esperienza umana. Le sue poesie spaziano dalla celebrazione della bellezza selvaggia dei monti e dei boschi, fino all’analisi dei sentimenti più complessi dell’uomo: l’amore, la solitudine, la speranza e la fragilità dell’esistenza.

Tra le sue opere più celebri spicca “Canto ai Monti”, un inno alla maestosità delle vette che circondano L’Aquila, intessuto con un amore profondo per la sua terra d’origine. In questo componimento, Peretti esprime il legame viscerale che unisce l’uomo alla natura e invita il lettore a riflettere sulla bellezza selvaggia e incontaminata che spesso passa inosservata nella frenesia della vita moderna. Le sue opere affrontano anche tematiche universali e attuali, come la memoria storica, la fragilità dell’esistenza umana e la ricerca di un senso più profondo nella vita. “Versi di Pietra”, una raccolta di poesie dedicata alle vittime del terremoto del 2009, testimonia la sua capacità di cogliere il dolore e la resilienza di una comunità provata dalla tragedia.

La morte di Peretti rappresenta una perdita incolmabile per L’Aquila. I funerali si terranno domani alle 11 nella chiesa del cimitero. Ai figli Bruno e Carlo e alla famiglia, le condoglianze del Messaggero.

Angelo De Nicola
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