Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 113

I magistrati Gaetano Dragotto e, a destra, Bruno Tarquini

113. SI ALLONTANA LA SPERANZA DELLA REVISIONE – 15. 12. 2000
I giudici non possono permettersi di andare alla ricerca della verità, magari trovando nuove prove, quando un caso è ormai chiuso da una sentenza definitiva passata in giudicato.
È questo il singolare ragionamento alla base del ricorso per Cassazione col quale la Procura generale dell’Aquila torna nuovamente a raffreddare le speranze di Michele Perruzza di ottenere il “processo di revisione”. Ovvero un nuovo dibattimento nel quale cercare di dimostrare la propria innocenza nel delitto della nipotina Cristina.
Il ricorso della Procura generale, firmato dall’Avvocato Generale Gaetano Dragotto, riguarda l’ormai famoso processo-satellite nel quale Perruzza e sua moglie sono accusati di aver istigato il figlio minore Mauro ad autoaccusarsi del delitto. …

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Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 110

Il giudice Gaetano Dragotto

110. PERRUZZA, STRADA SBARRATA ALLA REVISIONE – 26. 5. 1998
Quello che molti ritenevano impossibile, invece, è accaduto. La Procura generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila ha presentato appello contro la sentenza con la quale il Tribunale di Sulmona aveva assolto Michele Perruzza e sua moglie in un processo-satellite a quello principale che ha riaperto clamorosamente il caso del delitto di Balsorano. Le motivazioni del ricorso sono corpose: 47 pagine, addirittura di più delle 41 pagine con le quali il presidente del Tribunale di Sulmona, Oreste Bonavitacola, aveva in sostanza aperto la strada alla revisione della condanna all’ergastolo per il muratore di Balsorano. Strada per la revisione che ora appare sbarrata dall’iniziativa della Procura generale. …

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Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 109

Il Procuratore generale Bruno Tarquini e, a sinistra, il suo vice Gaetano Dragotto

109. PERRUZZA, STRADA SBARRATA ALLA REVISIONE – 26. 5. 1998
Quello che molti ritenevano impossibile, invece, è accaduto. La Procura generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila ha presentato appello contro la sentenza con la quale il Tribunale di Sulmona aveva assolto Michele Perruzza e sua moglie in un processo-satellite a quello principale che ha riaperto clamorosamente il caso del delitto di Balsorano. Le motivazioni del ricorso sono corpose: 47 pagine, addirittura di più delle 41 pagine con le quali il presidente del Tribunale di Sulmona, Oreste Bonavitacola, aveva in sostanza aperto la strada alla revisione della condanna all’ergastolo per il muratore di Balsorano. Strada per la revisione che ora appare sbarrata dall’iniziativa della Procura generale.
Il passaggio procedurale è complicato e va spiegato. La dirompente sentenza-Bonavitacola nel processo-satellite, per essere utilizzata dalla difesa di Perruzza ai fini del processo di revisione del principale chiuso con la condanna all’ergastolo, deve essere un “giudicato” definitivo. Affinché la sentenza di Sulmona potesse diventare definitiva mancava soltanto il cosiddetto “visto” della Procura generale alla quale, come “superprocura” abruzzese, tocca vagliare tutte le sentenze ed eventualmente interporre appello. Cosa che la Procura generale ha fatto.
A firmare il ricorso è stato l’Avvocato generale (ovvero la seconda carica della Procura generale), Gaetano Dragotto e non Bruno Tarquini (il capo di quell’ufficio). …

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