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«Un caso di giustizia ingiusta»

Presunto Innocente
da Il Sannio Quotidiano 15-10-2003


Il libro ”Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” del giornalista aquilano Angelo De Nicola ha vinto il prestigioso Premio letterario ”Un libro per l’estate” organizzato dalla società romana «Vip» e promosso dal «Radio Corriere Tv». L’opera, edita dalle ”Edizioni Tracce” di Pescara, è risultata la più votata nel referendum tra i lettori del noto settimanale nella quaterna dei finalisti per la sezione ”Narrativa” che comprendeva i libri ”Una lunga estate” di Alain Elkann, ”Casa rossa” di Francesca Marciano e ”Erba alta” di Maurizio Matrone.

«L’affermazione di De Nicola - ha commentato Nicoletta Di Gregorio, presidente delle Edizioni Tracce- è ancora più significativa visti i nomi dei finalisti in un importante concorso al quale partecipano tutte le principali case editrici italiane. L’essere stato scelto da un referendum tra i lettori del ”Radio Corriere Tv”, poi, conferma il successo popolare che sta avendo il libro, già alla seconda ristampa a nemmeno un mese dalla pubblicazione e per il quale l’Autore ha tenuto finora sei incontri di presentazione e ne sono in programma altrettanti».

La pubblicazione è una selezione degli articoli scritti da De Nicola per il Messaggero nel corso dei tredici lunghi anni in cui si è dipanata la vicenda: dalla morte della piccola Cristina Capoccitti, nell’agosto del 1990, alla morte in carcere per infarto, nel gennaio scorso, di Michele Perruzza, il muratore di Balsorano condannato con sentenza definitiva all’ergastolo ma ”sospettato” di essere innocente alla luce degli esiti di un processo-satellite rispetto a quello principale.

«Quella che voglio offrire ad un’opinione pubblica che ancora si appassiona a questo caso- spiega l’Autore- è una testimonianza. Ovvero una serie di ”fotografie”, per un caso scattate sempre dalla stessa mano, raccolte in un ”album”. Un diario giornalistico che, lungi dal dare una risposta sull’innocenza o meno di Michele Perruzza, ripercorre tutte le tappe di questa storia maledetta, ma in presa diretta, senza interpretazioni a posteriori.

Sarà il lettore a tirare le somme dopo aver assistito, articolo dopo articolo con tanto di titolo e data di pubblicazione, ad una tragedia vera che il miglior drammaturgo non sarebbe stato capace di inventare. In fondo- conclude De Nicola-, quella che il lettore avrà la pazienza di leggere è, prima di ogni altra cosa, una catarsi. Una purificazione innanzitutto dell’autore».

Scrive Renato Minore nella prefazione: «Un’esperienza dolorosamente vissuta nel tempo quella di Angelo De Nicola che si è trovato a raccontare una storia davvero ”maledetta” dal suo incipit (la morte violenta di Cristina) al suo epilogo: la morte ed il funerale del ”presunto” assassino, lo zio Michele, il ”mostro di Balsorano”, divenuto simbolo di una «giustizia ingiusta» nelle parole di chi si è battuto fino in fondo per la sua innocenza».




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