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Luoghi e Incontri: le Icone dentro la Città di Celestino

La Maschera di Celestino
da "Il Messaggero Abruzzo", 22 agosto 2005
di Vincenzo Battista


«E adesso entrate nel romanzo...». Sarà questa la prima frase che dirà loro? Il gruppo si raccoglie, si compatta, è pronto... La porta della chiesa di San Pietro a Coppito si apre alla penombra dell’interno, a quelle poche macchie scure, sullo sfondo, davanti l'altare, che pregano in silenzio e resteranno così, indifferenti, a quello che accadrà intorno; si apre agli odori il tempio religioso del Quarto medioevale che è rimasto sempre lo stesso nei secoli e allo spazio dilatato verso l'alto, quasi incomprensibile, della navata centrale; si apre, in particolare, alla memoria involontaria: quella oscillazione tra passato e presente che riaffiora nel ricordo, in presenza di condizioni particolari e scruta gli angoli più lontani della chiesa, osserva le ricche vestigia delle sue pitture, i banchi dei fedeli, rintraccia i segni religiosi espressi nel calcare scolpito dei capitelli, e infine trova... nella dinamica attività della mente umana, si proietta talvolta involontariamente nel passato, sulla scorta di stimoli dati dal presente, da questo presente, rappresentato da un affresco su un ingresso laterale, defilato, misterioso, nel quale ai tratti originali pittorici della figura di Papa Celestino V benedicente è stato sovrapposto quello di San Ludovico Re, un condottiero crociato.

Il gruppo è fermo lì, discute, si anima nella ”terza tappa” di un tour (da lunedì 22 a sabato 27 agosto, in quattro escursioni guidate: Castello Cinquecentesco, Palazzo municipale, San Pietro a Coppito, Basilica di Collemaggio), un’idea altra per vedere e ascoltare il ”romanzo raccontato” tra passato e presente, partorita dal romanzo ”La maschera di Celestino” di Angelo De Nicola (edizioni Textus) e proposta nell’ambito del programma della Perdonanza Celestiniana. Il gruppo chiede, interroga, qualcuno tira fuori il romanzo, ma i due personaggi chiave del thriller non ci sono, saranno evocati da qualcuno, forse richiamati dall’Autore, sicuramente aleggiano dentro ”il viaggio” che la comitiva compirà alla ricerca, nel tessuto urbano cittadino, delle sedi architettoniche che custodiscono segreti, pensati come quinte teatrali da De Nicola, appunto nel libro.

Quattro misteri forse da svelare (come i quattro protettori della città che in ginocchio reggono il gonfalone ideogrammatico della pianta dell'Aquila); quattro monumenti che si alzano, icone, sull'Aquila: totem, per decodificare il romanzo psicologico e di analisi storica in un intreccio di luoghi e fatti, come nel tombolo aquilano, dove la mani freneticamente si muovono sui fuselli in legno che tengono i fili, l'ornato prende forma sulla trama, il merletto rivela lentamente la sua sagoma, preziosa, ma alla fine, solo alla fine.

Dacia Maraini ha scritto: «Il modello alto del romanzo ”La maschera di Celestino” è Umberto Eco che nel suo libro ”Il nome della rosa” rivela una trama arcana e misteriosa»; per il tour, invece, «Tra i misteri di un papa scomodo sulle tracce di Celestino V», il modello sono i due personaggi (il signor Giacomo e il Sovrintendente alla Perdonanza) che escono dalla quarta parete scenica e si mescolano tra il pubblico, vivono nei gruppi che visitano i siti di interesse storico, i Beni culturali minori (l’accento deve essere posto anche lì) in cerca dell'identità perduta di una città, e del suo orgoglio, abdicato, per sempre. Resteranno soli.
Vincenzo Battista




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