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Prefazione dell'Autore

Quel sogno di alcuni illuminati pionieri di cinquant’anni fa non è riuscito a scalfirlo nemmeno l’orco del 6 aprile 2009. Ingegneria, anche se oggi non più è “Facoltà”, resta Ingegneria. Ovvero uno dei punti di riferimento dell’Università dell’Aquila, principale “industria” cittadina anche in questo faticoso post sisma e, dunque, tra i “fari” del capoluogo stesso. Arroccata dal 1969 a Roio che ne rappresenta il suo luogo magico predestinato, a dominare la Conca Aquilana.

Nell’anno del Decennale del sisma, i cinquant’anni di Ingegneria a Roio non sono un punto di arrivo ma una rampa di lancio. L’ennesima occasione che L’Aquila ha tra le mani per trasformare l’immane tragedia in un’opportunità. E Ingegneria, in questo, è assurta a simbolo della rinascita aquilana perchè è riuscita, fin dall’immediato post sisma a catalizzare attenzioni, aiuti, speranze, visioni, passioni. Oltretutto, questo significativo Cinquantennale testimonia, più dei tantissimi traguardi raggiunti, le tante, troppe occasioni non sfruttate al meglio per le moltissime cose che sono state fatte, alcune eccezionali.

Ecco, se questo volume ha un merito, di contro al fatto che le (faticosissime) sintesi pagano necessariamente dazio (ce ne sarebbero voluti dieci di tomi per raccontare tutto e tutti!), è quello di (ri)dare gloria da un lato agli innumerevoli meriti che Ingegneria ha accumulato (accademici, di ricerca, d’innovazione e civici) e, dall’altro, a quei pionieri e ai loro eredi che hanno saputo sognare prima e consolidare poi un campus, quello di Roio, che formasse ingegneri e uomini e donne veri.

L'Aquila, dicembre 2020
Angelo De Nicola


























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