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VALANGHE, UNO STUDIO DELLA FORESTALE



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L'AQUILA - Le valanghe, in proporzione, fanno più vittime degli incidenti stradali. Per giunta, il surriscaldamento del pianeta determina anche una maggiore instabilità del manto nevoso tanto che, in Italia, nella stagione 2002-2003 si sono registrate 23 vittime, un numero superiore alla media degli ultimi 36 anni (20) con un rapporto evento/vittima di 30-50 ogni 100 casi rispetto ai 3 dei sinistri sulle strade. Comprensibile, quindi, il preoccupato allarme ("Per i prossimi venti-trenta anni") lanciato ieri all'Aquila nel convegno "La montagna in sicurezza: prevenzione e soccorso", organizzato dal Corpo Forestale dello Stato, per celebrare i 25 anni di attività del servizio "Meteomont" che quotidianamente, attraverso ben 136 stazioni, fornisce i dati sulla situazione climatica e nevosa delle montagne italiane. Un allarme proprio nel giorno in cui una valanga ha travolto due motoslitte in Valcamonica: secondo testimoni, sarebbero stati proprio i due mezzi a provocare il distacco della massa nevosa. I conducenti fino a sera non erano stati trovati.

Nel corso del convegno all'Aquila è emerso che la neve, in conseguenza al riscaldamento globale e regionale, è meno regolare non solo come precipitazioni e come abbondanza, ma anche per la persistenza e la consistenza del manto nevoso. L'altezza media del manto si è dimezzata sull'Appennino settentrionale mentre è rimasta quasi invariata su quello centrale. Dalle statistiche emerge che il maggior numero di incidenti in montagna si registra la domenica pomeriggio, sia per il maggior numero di persone presenti sulla piste, sia per l'aumento della temperatura in quella fascia della giornata. Le punte massime si hanno nel periodo gennaio-febbraio. Negli ultimi venti anni, sulle montagne italiane sono state travolte dalle valanghe 1.495 persone (74 all'anno), di cui 394 decedute (20 all'anno, pari al 26% delle persone travolte). Il 97% delle vittime svolgeva attività ricreative; in particolare, il 48% svolgeva attività di sci alpinismo (escursionismo con pelli di foca o racchette da neve), il 23% di sci fuori pista (sciatori o snowboarder), il 19% alpinismo (estivo e ice climbing), l'1% attività di sci in pista. Il 95% degli incidenti è dovuto a valanghe provocate dal passaggio dell'uomo, e solo il 5% a fenomeni spontanei.

"Questa situazione- ha detto il vice capo della Forestale, Fausto Martinelli- impone di predisporre strumenti condivisi per la previsione e prevenzione delle valanghe, da mettere a disposizione di istituzioni, enti locali e cittadini". Urgente, dunque, un potenziamento della Forestale per far fronte alle nuove emergenze. E ieri, il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, intervenendo al convegno, ha annunciato che il Corpo sarà potenziato con 500 nuove assunzioni, previste in un emendamento al decreto legge, in via di approvazione, noto come "salva allevatori" per un Corpo che era "ridotto all'osso".