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NUOTO, IL MIRACOLO PARLA ABRUZZESE



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L'AQUILA - Ha anche colori abruzzesi il miracolo del nuoto italiano. È infatti un aquilano il preparatore atletico della nazionale che ha sbancato gli ultimi Europei imponendosi come sorpresa mondiale in vista delle Olimpiadi di Sidney. Carlo Vivio, 50enne "maestro dello sport", è al settimo cielo per questo exploit in terra finlandese che, come hanno sottolineato più volte i vertici della Federnuoto, porta anche la sua firma. "Non vorrei dirlo- dice al Messaggero appena di ritorno da Helsinki- ma certo che una roba del genere sarà difficile ripeterla. Di certo, l'Italia che sbanca gli Europei con 12 medaglie, ora fa paura a molti".

Figlio d'arte (il padre Alfredo, personaggio notissimo all'Aquila, è stato campione di boxe), Carlo è uno dei pochi "maestri dello sport" che volutamente ha preferito non "imboscarsi" dietro una scrivania da funzionario del Coni ma restare nello sport attivo. Anche personalmente, visto che pratica un'infinita serie di sport, compreso il basket (lui che non è un gigante) che gioca all'Aquila, tra una tournée e l'altra, con un gruppo di indomabili veterani della pallacanestro. Una grinta che riesce, evidentemente, ad infondere ai suoi ragazzi visto che, oltre che sotto il profilo tecnico, Vivio è stato anche ad Helsinki un protagonista anche come trascinatore.

"Forse a volte abbiamo anche esagerato- racconta Vivio- come quando mi sono esibito in una raffica di poesie a braccio con rime baciate. Questi ragazzi sono meravigliosi e Massimiliano Rosolino in particolare: un campione dentro e fuori l'acqua. In molti all'Aquila hanno avuto modo di conoscerlo quando è venuto più volte per prepararsi". Come preparatore atletico, il curriculum di Vivio è rilevante. Già nel 1976 era alle Olimpiadi di Innsbruck come preparatore della Nazionale di bob; nel 1980 della Nazionale femminile di slalom in Coppa Europa; nel 1997 responsabile Nazionale di bob in Coppa Europa e dopo Atlanta, l'incarico nel nuoto.

Nel frattempo, Vivio s'è presa la soddisfazione di scoprire Antonio Tartaglia, il campione olimpico di Casalbordino a quell'epoca studente presso l'Isef dell'Aquila. E il nuoto abruzzese? "Non credo- dice- che sia solo un problema di impiantistica che all'Aquila assume i contorni dell'emergenza per la gloriosa piscina comunale ancora chiusa per restauro da dieci anni. È un problema di mentalità. Ritengo che occorra una maggiore promozione del nuoto e dello sport in generale. Le ricadute, in termini sociali, sono enormi: lo sportivo non beve, non fuma, mangia sano, si ammala meno. Così come l'anziano potrebbe fare attività fisica dentro una piscina dove le sue difficoltà motorie si attenuano. Promuovere lo sport innesca un circolo "vizioso" in positivo. Fatto questo, poi verranno anche i campioni come Rosolino".