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IL CAPOLUOGO "MARCIA" SULLA REGIONE



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«La misura è colma: marcerò sulla Regione ”matrigna” e ne faremo un caso nazionale». Biagio Tempesta ci tiene a sottolineare che stamane alle 11 marcerà sull'Emiciclo «come sindaco di tutti gli aquilani offesi e vilipesi», e non solo come leader di Forza Italia e della coalizione politica del centrodestra che governa il capoluogo.

«Alle 11- anticipa il sindaco al Messaggero-, alla testa degli assessori e dei consiglieri comunali che vorranno seguirmi, partirò dal Municipio per recarmi al palazzo dell'Emiciclo e consegnare al Consiglio regionale simbolicamente le chiavi della città. Il capoluogo non ne può più di essere vessato dall'amministrazione regionale solo perché siamo di un diverso colore politico. Sono ben venti i provvedimenti che la Regione ci ha bloccato».

Il primo cittadino ci va giù pesante. «Nell'ultimo caso, quello dei progetti sulla ricettività che tanto lavoro daranno a questa città che finalmente si sta rimettendo in moto, il sindaco del capoluogo di regione ha subito l'offesa di ricevere la lettera di un qualsiasi impiegato regionale che blocca i progetti. Ora, a parte le motivazioni pretestuose, mi chiedo perché nemmeno un assessore regionale si sia degnato di dare comunicazione al sindaco dell'Aquila. Guarda caso, mi scrive un impiegato, dichiaratamente comunista, comunista di prima categoria. Ora basta».

Tempesta insiste che si tratta di un caso nazionale. «Sì, questo ostruzionismo non ha giustificazioni. Perciò è già pronta un'interrogazione parlamentare che con tutta probabilità porterà la firma dei tre leader del Polo: Berlusconi, Fini e Casini. Noi non scherziamo».

Sindaco di tutti i cittadini, ma l'opposizione non lamenta madri cattive. «Dell'opposizione, francamente, me ne infischio... In quindici mesi non hanno fatto una proposta nè avanzato un progetto nonostante le mie continue sollecitazioni a lavorare insieme pur nei rispettivi ruoli. Una minoranza divisa che non sa nemmeno fare il suo mestiere di opposizione: figuriamoci se ha il coraggio e la forza di opporsi alla ”matrigna Regione” del suo stesso colore politico».