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La Bolla Itinerante

La Maschera di Celestino
L'EDITORIALE 17 giugno 2005
di Peppe Vespa



Ieri, in occasione della presentazione del libro "La maschera di Celestino" di Angelo De Nicola, presso la libreria Colacchi, il sindaco dell'Aquila Biagio Tempesta ne ha "ricombinato" una delle sue: ha dato disposizione ad alcuni dirigenti comunali di aprire il "forziere della torre" per prelevare la Bolla Celestiniana e portarla alla manifestazione.

Personalmente faccio fatica a trovare le parole per commentare l'accaduto; anche perché il Sindaco è, pur sempre, il Sindaco ed Angelo De Nicola è un professionista che merita rispetto.

Ma, senza nulla voler togliere al libro di Angelo De Nicola che, peraltro, non ho ancora letto, qualche considerazione su questo singolare episodio (schizofrenico?), va pur fatta; con il "dovuto tatto", data la delicatezza della materia che si va a trattare e che non mancherà di suscitare polemiche a non finire. Anche se c'è chi afferma che sia proprio quello che il Sindaco va cercando. Sinora la Bolla era sempre uscita dal forziere della torre civica per essere portata in corteo «per la necessità di rassicurare i pellegrini sulla fondatezza dell'indulgenza»; solo per questo veniva esibita la preziosa pergamena (da poco restaurata) da sempre custodita nel forziere della residenza municipale.

Quindi, in osservanza all'antico rituale, la Bolla veniva prelevata dalla torre di Palazzo Margherita (il Municipio) e portata in corteo a Collemaggio, accompagnata dal Sindaco, dal rappresentanti della Chiesa, dalle massime autorità della città e della Regione e dalle delegazioni dei comuni di tutto il mondo legati all'Aquila da vincoli storici e di solidarietà, il tutto accomunato alla grandiosità dell'intreccio tra il cerimoniale cattolico e quello civile.

Ora Biagio Tempesta che è, pur sempre, il Sindaco della città, ha deciso (inopinatamente?) di portare a spasso la Bolla per una occasione, senz'altro culturalmente degna, ma privata e con risvolti di rilevanza economica. «Ho voluto fare questa cosa- ha detto il sindaco Tempesta- perché Angelo De Nicola è un grande scrittore ed Edoardo Caroccia è un grande editore».

Con tutto il rispetto per De Nicola e Caroccia c'è chi afferma, a ragione, che il "rituale" non sarebbe stato da sconvolgere nemmeno per la presentazione del libro del Papa. Anche perché è indubitabile che San Celestino V intese affidare alla Bolla della Perdonanza, del 29 settembre 1294, un messaggio di pace spirituale e di riconciliazione sociale comunione con Dio e riconciliazione con il prossimo. Qui la cosa puzza di bruciato e sarei proprio curioso di sapere cosa ne pensa don Giuseppe Molinari. Una "riconciliazione elettorale (?)" che il Sindaco vuole fate con tutti i cittadini del collegio elettorale in occasione delle prossime elezione per la Camera dei Deputati.

Ed allora, ecco che la nostra Bolla sarà protagonista di diverse manifestazioni: la mostra di pittura degli artisti aquilani, il festival del teatro amatoriale, il festival del jazz e quant'altro. Ma anche: la sagra della Panarda a Villavallelonga, la Sagra della salsiccia ad Alfedena, la Sagra della porchetta a Rocca di Botte, la Sagra del Tartufo a Fagnano Alto, la sagra della polenta e della salsiccia a Pettorano sul Gizio, la sagra dei fagioli con le cotiche a Rocca Pia, la sagra del prosciutto a Tagliacozzo, la sagra della panzanella a Cansano, la sagra delle braciole e della ciambella a Rocca di Botte, la sagra del pecorino a Bugnara, la sagra delle fave a Paterno, la sagra delle ciliegie a Raiano, e le varie sagre degli arrosticini, dei fagioli, dello lenticchie, della trota, delle stracciozze, della pecora alla Chiaranese, della, trippa Cappellese, dei bucatini all'amatriciana, degli gnocchi, della polenta, della rana fritta, dell'amaretto e della rattafia, della cicerchia, della quagliata, dei ceci all'uccelletto, della zucca, delle lenticchie, della zucca, delle castagne e dei sapori natalizi.

E così, novello Celestino, il nostro San Gigi, onorevole e martire aquilano, con la preziosa pergamena sotto il braccio, visiterà e si riconcilierà con tutto l'elettorato del "suo" collegio, rastrellando voti a piene mani che lo porteranno alla sospirata Camera dei Deputati. Cosa non farebbe Biagio pur di appagare il suo desiderio! San Pietro Celestino.. permettendo!




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