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Presentazione a Petrella Salto

La Maschera di Celestino
da "Petrella Salto Il Comune informa" - dicembre 2005


La maschera di Celestino" (edizioni Textus) è il libro scritto dal giornalista Angelo De Nicola, sulla figura di Pietro del Morrone, detto l'Eremita, ovvero Celestino V, il Papa conosciuto principalmente per le sue dimissioni.

Ma il suo breve pontificato fu molto più importante di quanto si pensi. Il libro, che pone degli interrogativi interessanti, è stato presentato lo scorso ottobre nella sala consiliare del Comune di Petrella Salto, durante un apposito convegno cui ha partecipato Maria Flavia Perotti, docente al Liceo classico di Rieti e ricercatrice, Dina Di Giampietro, docente alla Pontificia Università Lateranense e lo stesso Angelo De Nicola.

Quello di Celestino V fu un pontificato di soli cinque mesi, che lasciò il segno. Indicò la strada per una Chiesa semplice, che non doveva prestarsi a giochi di potere e anche per questo trasferì il Papato lontano da Roma (la sede papale venne trasferita all’Aquila, con grande disappunto della Curia).

Celestino aveva un suo progetto di pace e di fede, alla ricerca del dialogo fra religioni monoteiste. Per questo emise la famosa Bolla della Perdonanza, che Bonifacio VIII (colui che lo imprigionò nel castello di Fumone), tentò inutilmente di annullare. Non ci riuscì, perché non era custodita dalla Curia, ma dall'autorità civile. Fu allora che Bonifacio VIII istituì il giubileo, da tenersi a Roma, ogni cento anni.

«Dopo le dimissioni- ha detto Dina Di Giampietro- Celestino V lavò i piedi a tutti i presenti, a sottolineare che la Chiesa è servizio e che verremo giudicati dagli atti d’amore».

La Bolla della Perdonanza fu un gesto rivoluzionario, perché in tempi di Crociate e di lucro sulle indulgenze, si concedeva per la prima volta il perdono a tutti coloro che, confessati e pentiti, avrebbero attraversato la porta Santa dell'Abbazia di Collemaggio all'ora del vespro, tra il 28 e il 29 agosto. Un perdono senza distinzione di classe e religione e soprattutto gratis.

La Bolla è custodita a L'Aquila nella cripta del Municipio, in una teca di vetro, insieme a un ramo di ulivo dell'orto del Getzemani, con il quale si bussa tre volte per aprire la Porta Santa nel giorno della Festa della Perdonanza. Su indicazione di Pio XII, la maschera di cera che ricopre i resti di Celestino V, custoditi nella stessa Abbazia di Collemaggio, è la maschera funebre dell'arcivescovo dell'Aquila Carlo Confalonieri, che durante la seconda guerra mondiale salvò 300 ebrei dai nazisti.

Il libro, con la prefazione di Dacia Maraini, è scritto in chiave di giallo, ipotizzando un attentato al Papa in occasione della festa della Perdonanza: «In una città blindata che attende l'arrivo del Pontefice e teme gli attacchi del terrorismo internazionale, due personaggi giocano una partita a scacchi con un nemico invisibile e minaccioso».




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