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BIMBA MORTA DI LEUCEMIA: IL PRIMARIO CHIEDE SCUSA



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TERAMO - «Chiedo scusa alla famiglia ma quella bimba non si poteva salvare». Non capita certo tutti i giorni che un medico, finito nella bufera per un presunto caso di malasanità, prenda carta e penna per chiedere scusa ma anche per ribadire che più di quello che si è fatto non si poteva proprio fare per Maria Teresa Nallira, la bimba di 6 anni di Collevecchio di Montorio al Vomano (piccolo Comune alla periferia di Teramo) morta il 6 marzo scorso per leucemia all’ospedale di Pescara dopo essere stata ricoverata, per ben tre volte, nel nosocomio di Teramo dove gli era stata, invece, diagnosticata un’influenza.

A prendere carta e penna, inviando una lettera aperta agli organi di informazione, è stato il primario del reparto di Pediatria dell’ospedale “Mazzini” di Teramo, Mario Di Pietro. Scritta soprattutto perchè, spiega nella nota, «la famiglia della piccola Maria Teresa ha il diritto di chiarire i propri dubbi e di vivere con serenità il proprio immenso dolore». Una famiglia che, da giorni, sta chiedendo ad alta voce giustizia tanto che il nonno, Piergiorgio Coruzzi, da alcuni giorni s’è incatenato prima davanti all’ingresso dell’ospedale teramano e, poi, davanti alla sede della Asl. Quest’ultima ha subito avviato un’indagine interna.

«Anche se qualcosa nella comunicazione con la famiglia non ha funzionato al meglio- scrive ancora il primario-, ciò è avvenuto in buona fede, e comunque io sono qui a chiedere con umiltà scusa alla famiglia, al cui dolore mi unisco, insieme con tutti i miei collaboratori, con grande e sincera partecipazione, e con la quale spero di avere un incontro quanto prima. Alcuni punti della triste vicenda- insiste il dottor Di Pietro- sono stati impropriamente utilizzati per screditare la struttura che dirigo ed i professionisti che vi lavorano, arrivando fino ad un vero e proprio linciaggio mediatico gli elementi che ho raccolto non evidenziano inadempienze o leggerezze da parte dei miei collaboratori».

Il primario chiarisce che «la piccola “Teta” è stata uccisa da una leucemia acuta ad alta malignità, una terribile malattia esplosa con tale gravità e rapidità da non avere avuto neppure il tempo di determinare anemia e significativa piastrinopenia, assenti al momento della diagnosi fatta presso l’ospedale di Teramo. Nulla nei giorni precedenti aveva lasciato sospettare la malattia. Quando poi Maria Teresa è tornata la seconda volta a visita in ospedale, il giorno precedente il ricovero nel quale è stata fatta la diagnosi, presentava ancora solo sintomi aspecifici, vomito e diarrea, senza febbre, manifestazioni emorragiche o altro che potesse far sospettare la terribile malattia. In scienza e coscienza mi sento di dire alla famiglia che anche se diagnosticata la malattia non avrebbe comunque lasciato scampo. Ho piena fiducia- conclude la nota- che le indagini in corso da parte delle autorità competenti possano fare piena luce su questa dolorosa vicenda, restituendo serenità alla famiglia di Maria Teresa e alla comunità teramana».

Angelo De Nicola