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UNA SPIAGGIA SULLA COPERTINA DELL’ELENCO TELEFONICO



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Che questa città, L'Aquila, sia all’ultima spiaggia, come da più parti si afferma, da qualche giorno è una certezza. Lo certifica, infatti, il nuovo elenco telefonico della Telecom (da sempre un veicolo di promozione delle bellezze del territorio di riferimento) riferito alla provincia dell’Aquila nel quale campeggia una splendida vista sul mare, due file di cabine e, appunto, una spiaggia sulla cui sabbia s’intravedono le orme di alcuni passi. Passi... perduti, evidentemente.

Lo sconcerto dei cittadini (non solo aquilani, peraltro) s’è riversato tutto in redazione dove sono arrivate decine di telefonate, molte dai toni inviperiti. Una signora, ad esempio, ha spiegato di apprezzare molto l’opera d’arte ritratta nella copertina (dal titolo ”Verso” e realizzata da Ciro Meggiolaro, artista padovano cresciuto a Pescara, con la dicitura ”Premio Pagine bianche d’autore”) ma non di riuscire a spiegarsi cosa possa avere a che fare una spiaggia (con scogliere frangiflutti, altrimenti si poteva pensare al lago di Campotosto...) con il territorio della provincia dell’Aquila: «Con tutte le straordinarie bellezze delle aree interne dell’Abruzzo, possibile che la Telecom non abbia trovato una foto vincitrice del concorso che fosse attinente, magari di esaltazione-promozione, del territorio di riferimento dell’elenco?».

In effetti la questione è sintomatica. Di questa città, di questo territorio non sembra importare nulla a nessuno, neppure lì dove si dovrebbero rispettare delle semplici tradizioni come l’elenco telefonico.

Una sensazione di assoluto menefreghismo segnalata anche dall’attento lettore Pietro Valente il quale ha evidenziato al Messaggero che la ”De Agostini” «ha nuovamente escluso L’Aquila, pur capoluogo di regione, dalla cartina dell’Italia di un nuovo atlante a fascicoli». D’altra parte, insiste Valente, «quando tempo fa segnalai l’errore alla nota casa editrice specializzata in atlanti, mi hanno risposto ufficialmente che avrebbero provveduto a correggerlo. Invece, scopro quest’altra gaffe. Allora, non era un errore...».