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Sciatori imprudenti, piste a rischio



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L’AQUILA - Sulle piste da sci come su strade ed autostrade. È affidato ad un decreto del 20 dicembre scorso (pubblicato il 24 sulla Gazzetta ufficiale) che prevede una nuova segnaletica ed un ”decalogo dello sciatore”, il compito di arginare il sempre più preoccupante fenomeno degli incidenti sulle piste che l’altro giorno hanno fatto l’ennesima vittima, un ventenne a Madonna di Campiglio: non indossava il casco.

Trentamila la media degli infortuni all’anno, secondo lo studio ”Simon” (Sistema di monitoraggio degli incidenti in montagna) dell’Istituto Superiore di Sanità. Cifre oltretutto in crescita esponenziale. Perciò si cerca di correre ai ripari, anche se molti operatori del settore fanno notare che già la legge quadro n. 363 del 2003 aveva regolamentato la materia (introducendo, ad esempio, il casco obbligatorio fino ai 14 anni) ma non tutte le Regioni (l’Abruzzo tra queste) l’hanno recepita, nè c’è certezza delle sanzioni pur previste. «E senza multa, in molti se ne infischiano» dicono i gestori delle piste.

La fotografia del fenomeno
L’ora nera, secondo lo studio ”Simon”, è tra le 11 e le 12 della domenica, quando le piste sono più affollate, specie dopo Capodanno e nella seconda metà di febbraio. I più a rischio sono, tra gli snowboardisti, i giovani tra 15 e 24 anni; tra gli sciatori, gli adulti dai 45 in su. Il 50% degli infortuni avviene sempre entro i primi 30 anni di età, mentre i 2/3 accadono dopo i 40. L'età media dell’infortunato è di 32 anni (54% di sesso maschile), ma s’alza a 34 nello sci e s’abbassa a 24 nello snowboard. Nel 74%, causa dell’incidente è una caduta accidentale e solo nel 12% per una collisione fra persone; il 70% degli incidenti avviene in condizioni di bel tempo e ben il 96% in condizioni di visibilità sufficiente, mentre il 55% su piste di media difficoltà, l’8% su quelle difficili.

Il decalogo dello sciatore
Il legislatore ci riprova rilanciando regole di buon senso che, evidentemente, tali non sono per il popolo dello sci: quasi 2 milioni e mezzo di appassionati tra i quali i ”tavolari” hanno superato gli sciatori, tanto che da più parti si invoca «un’opportuna separazione delle piste visti i differenti angoli di curva con velocità sempre più elevate grazie ai nuovi materiali». Nel decreto viene ribadito il rispetto degli altri, padronanza della velocità, regole per il sorpasso, la sosta, la salita e il soccorso. In particolare, dice la legge, ogni sciatore deve comportarsi in modo da non mettere in pericolo altre persone o provocare danni; deve avere padronanza della velocità e del comportamento che vanno «adeguati alla propria capacità nonché alle condizioni generali della pista, della libera visuale, del tempo e all’intensità del traffico». La legge non prevede, come la gran parte degli specialisti ormai consiglia, il casco obbligatorio per tutti: l’obbligo resta fino ai 14 anni.

La nuova segnaletica
Il decreto introduce l’obbligo per i gestori delle aree sciabili di apporre una segnaletica conforme. I segnali sono in parte simili a quelli stradali: ad esempio quello che indica una strettoia, o il punto esclamativo che avverte di un pericolo generico, o l'incrocio, o la curva pericolosa, o la pendenza. C'è poi, sempre tra i segnali di pericolo (triangolari) quello che mette in guardia dalle cadute (un omino che precipita da una scarpata), o che chiede di fare attenzione alle slitte. Sette, invece, i segnali di informazione: dal posto di soccorso, alla pista da snowboard o al sentiero invernale. Previsti anche segnali di divieto: da quello di camminare sulla pista da sci al divieto di usare slitta, skibob o snowboard, o di sciare nel bosco o di sciare tout-court.

Certificazione dei materiali
Per avere la certificazione Uni (o Iso) che garantisce la qualità, i caschi protettivi vengono sottoposti a test severissimi; lo stesso vale per i bastoncini da sci che devono garantire la resistenza e la deformazione in caso di urto o cadute ed avere un puntale che faccia presa sul ghiaccio ma che, al contempo, non procuri ferite in caso di impatto con il corpo. Severi i requisiti anche per occhialoni che devono avere un sistema di ventilazione antiappannamento e filtri solari adeguati.