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IL VESCOVO: «SPARITI I CROCIFISSI DALLE SCUOLE»



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«Nella nostra provincia sono misteriosamente scomparsi i crocifissi dalle scuole». È la clamorosa denuncia dell'arcivescovo Mario Peressin contenuta nel Bollettino della Curia.

L'ennesimo anatema dell'arcivescovo aquilano notissimo, non solo in Italia, per essere uno dei più accaniti antiabortisti, rischia di creare un imbarazzante incidente diplomatico Stato-Chiesa. Visto soprattutto che il massimo rappresentante scolastico provinciale, il provveditore agli studi dell'Aquila Pasquale Giancola, interpellato ieri dal Messaggero, è stato categorico: «Quello che sostiene l'arcivescovo a me non risulta».

Peressin è stato categorico. Anzi, sul Bollettino, di suo pugno il prelato ha scritto che, dopo aver svolto un'indagine, s'è procurato un parere del Consiglio di Stato del 1988 col quale si chiarisce che i nuovi Patti lateranensi (gli accordi tra Stato italiano e Vaticano) del 1985 «nulla stabiliscono relativamente all'esposizione del crocifisso nelle scuole o, più in generale, negli uffici pubblici, nelle aule dei tribunali e negli altri luoghi nei quali il crocefisso o la croce si trovano ad essere esposti».

Dunque, le nuove norme non hanno fatto abrogato le vecchie. «Riteniamo opportuno- ha concluso Peressin- riportare tale sentenza nel Bollettino diocesiano, affinchè i genitori, i maestri, i professori ed i docenti delle scuole di tutti i gradi ne prendano conoscenza».

«Crocifissi spariti? Non mi risulta- ha replicato il provveditore Giancola-. Una simile decisione dovrebbe essere presa dal Consiglio d'istituto che, successivamente ce la comunica. Ebbene, fatta una rapida indagine, non abbiamo alcuna comunicazione del genere. Accadde un fatto del genere due anni fa: mi telefonò arrabbiato l'arcivescovo per segnalarmi che al Liceo Classico erano spariti i crocifissi. Dopo un rapido accertamento, scoprimmo che i crocefissi era regolarmente nelle aule di quell'istituto».

L'arcivescovo Peressin esagera? Di certo, ieri, in occasione della manifestazione di protesta a Liceo Scientifico, il Messaggero ha potuto constatare che in molte aule di quell'istituto di crocefissi non c'è traccia. Un caso?