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PER I ”VOLI BLU” GASPARI SOTTO INCHIESTA



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L’AQUILA - Quel giorno col ministro Gaspari volammo a Pescara per vedere la partita con la Roma...». Fu un’incauta dichiarazione di un compagno di partito, nel novembre del ’91, a gettare i primi sospetti su un uso non ortodosso degli elicotteri dei vigili del fuoco di stanza all’aeroporto di Pescara da parte di Remo Gaspari, ex ministro e leader della Dc abruzzese. A distanza di un anno dall’avvio dell’inchiesta sui voli blu, ”zio Remo” è nei guai. Il pubblico ministero Fabrizio Tragnone, il ”Di Pietro d’Abruzzo” che un mese fa ha fatto scattare le manette per l’ex Giunta regionale provocando un terremoto istituzionale, ha sollecitato la possibilità di richiedere l’autorizzazione a procedere della Camera, indispensabile per un parlamentare. L’accusa è peculato d’uso: aver usato mezzi dello Stato per spostamenti non legati al mandato di ministro.

La richiesta del Pm rappresenta, al momento, solo un ”parere”. Trattandosi di un’inchiesta su un ministro, la procedura è particolare. In base ad una legge dell’89, ogni decisione spetta al cosiddetto ”Tribunale dei ministri”, un collegio di tre giudici estratti a sorte ogni due anni che ha sede nel capoluogo di regione. Perciò, dopo le prime indagini, la Procura di Pescara trasmise gli atti all’Aquila. Lo speciale Tribunale ha compiuto una lunga istruttoria, ascoltando i piloti del nucleo elicotteri dei Vigili del fuoco di Pescara ed alcuni esponenti politici di spicco nonché il il presidente della Roma, Giuseppe Ciarrapico. Giorni fa, i giudici hanno rimesso gli atti al Pm competente, il procuratore dell’Aquila entro il termine. Ora, entro il termine che scade lunedì prossimo, il Tribunale dei ministri deciderà se archiviare il fascicolo o se accogliere la richiesta di Tragnone. Visto che l’istruttoria è già stata espletata (Gaspari, comunque, non è stato ascoltato) appare scontato che se dovesse arrivare l’autorizzazione a procedere, il Pm chiederà il rinvio a giudizio.

«L’essere presente agli impegni imposti dalla mia attività politica avvalendomi qualche volta di mezzi di trasporto dello Stato a volte offertimi, è l’unica accusa che mi è stata rivolta in 45 anni di militanza, Perciò non mi preoccupo». Così Gaspari commentò l’apertura dell’inchiesta. Ma la vicenda ha fatto parecchio rumore in Abruzzo anche per le contemporanee polemiche sulla necessità di dotare non solo la costa ma tutto il territorio regionale di quegli insostituibili mezzi di soccorso quali gli elicotteri. E proprio la coincidenza fra alcuni ”voli blu” e l’assenza dimezzi da destinare ad eventuali soccorsi, sembra sia stato uno dei motivi principali che hanno fatto scattare gli accertamenti. Inoltre ci sarebbero da chiarire le motivazioni di quei voli, spesso registrate sui libri di bordo come ”missioni” o ”addestramento”. Chissà come sono stati registrati il volo del 5 ottobre da Gissi (il paese dove risiede Gaspari) a Roccaraso per il congresso regionale della Dc o quello dalla festa di un assessore regionale presso Gamberale (Chieti) a Pescara per la partita di calcio?