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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 84

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



84. IL PADRE DI CRISTINA: «LA VERITA’ E’ SCRITTA»
2. 7. 1997



Per tutta la durata dell'udienza di ieri ha preso freneticamente appunti. Giuseppe Capoccitti, il padre della piccola Cristina, ieri non ha perduto una battuta. Appena arrivato ha chiesto di incontrare il presidente Bonavitacola: «Gli ho scritto una lettera- ha detto-, mi sembrava giusto presentarmi».
Ma Bonavitacola, aprendo l’udienza, ha deciso di acquisire agli atti la lettera (un durissimo atto di accusa contro Michele Perruzza) senza però leggerla, giudicandola presentata «da una parte estranea al processo».

Signor Capoccitti, Cristina non ha “voce” in questo processo...<
«Non mi meraviglia».

Cosa vuole dire?
«Voglio dire che questo è un processo a senso unico. Non un processo normale, bensì giornalistico. Basti pensare che si fanno vedere in aula, come è accaduto oggi, ricostruzioni del delitto fatte da giornalisti. Oppure s’interrogano come testimoni dei giornalisti. Ma che prove sono queste? Io so solo che mia figlia non è un fenomeno da baraccone su cui speculare. Mia figlia è morta e l’ha uccisa ”quello lì”».

Lei è sempre stato sicuro della colpevolezza di suo cognato e lo ha ribadito nella sua ultima lettera. Perché?
«La verità è negli atti. È inutile che si rifanno i processi. Agli atti c’è scritto tutto, passaggio per passaggio. Se li rilegga anche lei visto che ora, alla luce di questo processo, si sta facendo prendere da tanti dubbi. La gente legge i giornali non gli atti processuali».

Ora però il Tribunale di Sulmona ha deciso di fare una perizia ufficiale sul luogo dell’omicidio, per giudicare l’attendibilità della testimonianza di Mauro e se cioè davvero dal famoso capanno si vedeva la scena del delitto...
«Ma che senso ha tutto questo? A parte che a distanza di pochi minuti la situazione di luce cambia radicalmente e noi non sappiamo il minuto preciso. Eppoi c’è un fatto fondamentale: Mauro aveva già visto il padre e Cristina allontanarsi e dirigersi verso il boschetto e, quindi, sapeva bene chi stava spiando e gli sarebbero bastate anche le ombre per capire. Non solo: Cristina, poveretta, ha urlato e dunque Mauro ha anche sentito la cuginetta».


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