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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 74

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



74. BALSORANO, IL GIALLO SI RIAPRE
3. 6. 1997



Che questo “processo satellite” si dovesse fare lo si sapeva, vista la durissima reprimenda della corte di Cassazione a quei giudici (del Tribunale di Avezzano prima, e di quello dell'Aquila poi) che, invece, non l'avevano voluto celebrare.
Ma che questo processo secondario a quello principale potesse riaprire l'intero caso del “Delitto di Balsorano”, non se lo aspettava nessuno. Forse nemmeno gli avvocati di Michele Perruzza, che ieri hanno esultato per il successo processuale ma soprattutto per la «vittoria morale».
Si riapre, quindi, la vicenda che, ancora a distanza di 7 anni e nonostante l'ergastolo definitivo nei confronti del muratore di Balsorano, vive sull'eterno dubbio se ad uccidere la piccola Cristina sia stato Michele Perruzza o suo figlio Mauro.
A riaprire il caso è stato ieri il Tribunale di Sulmona (Bonavitacola presidente, Conti e Mancini giudici) che non solo ha deciso di farlo questo processo ma, soprattutto, ha accolto tutte le richieste presentate dal nutrito collegio della difesa del muratore (gli avvocati Attilio Cecchini, Antonio De Vita e Carlo Maccallini) e di sua moglie, Maria Giuseppa Capoccitti (gli avvocati Giancarlo Bonanni e Lando Sciuba).
Che il caso si riapra, è bene chiarirlo, non significa che il Tribunale peligno possa assolvere Perruzza dall'accusa di aver ammazzato la nipotina. La condanna all'ergastolo, dopo tre gradi di giudizio, è definitiva. Ma la procedura prevede la “revisione”, un nuovo processo sullo stesso caso, difficilissimo però da ottenere.
Nel caso di Perruzza, potrebbe bastare una sentenza contrastante con il verdetto principale.
Si spiega perché è fondamentale questo “processo satellite”: Perruzza e la moglie Maria Giuseppa Capoccitti sono accusati di aver istigato il figlio Mauro ad autoaccusarsi del delitto. Se i due vengono assolti da questa accusa, se ne deduce che Mauro non è stato istigato ad autoaccusarsi. E se non è stato istigato, allora diceva la verità quando ha raccontato di essere stato lui a strangolare la cuginetta.
Eccola, dunque, la fondamentale portata di questo processo, secondario solo in apparenza.
Ora la difesa, così convinta dell'innocenza del muratore da aver deciso addirittura di autotassarsi per coprire le altissime spese che Perruzza non è in condizioni di sostenere, ha la possibilità di percorrere questa strada. Non solo.
Il Tribunale (e l'atteggiamento garantista del Pm, Aura Scarsella) ha dimostrato disponibilità ad inquadrare la questione particolare nell'ambito dell'intera vicenda del delitto. Cioè saranno ripercorsi passo per passo tutti i passaggi, con una rivisitazione delle “prove” in base alle quali è stata motivata la condanna all'ergastolo.
Prove che si possono sintetizzare nella testimonianza di Mauro, che sostenne di aver visto il padre uccidere Cristina, e nell'esame del Dna sulle tracce di sangue trovate su un paio di slip sequestrati in casa Perruzza.
Ebbene, sulla possibilità di riesaminare questi due aspetti, il Tribunale ha dato un'enorme speranza alla difesa. I giudici non hanno infatti rigettato le due richieste fondamentali.
La prima richiesta: rifare un sopralluogo lì dove è avvenuto il delitto; un primo sopralluogo, per la verità, venne già disposto dalla corte d'Assise d'appello ma fu fatto in pieno inverno, mentre il delitto avvenne nell'estate del 1990. Perciò la difesa ha chiesto che il sopralluogo si faccia nello stesso giorno (23 agosto) e alla stessa ora (20:30-21), visto che le verifiche fatte da troupe televisive diverse (le registrazioni di Tvq e RaiTre ieri sono state acquisite come documenti) dimostrano che a quell'ora non si vedeva nulla di quanto descritto dal supertestimone Mauro Perruzza.
La seconda richiesta: fare un esame del Dna sui residui organici presenti sugli slip. Non è stato accertato, ha insistito ieri la difesa, se quegli slip siano o meno del muratore; potrebbero essere del figlio, all'epoca già robusto quanto il padre. Su entrambe le richieste il Tribunale si è riservato di decidere, ma nettissima è stata ieri l'impressione che saranno entrambe accolte.
Si riprende l'11 giugno con il decisivo, drammatico interrogatorio di Mauro.


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