LogoLogo

Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 1

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



1. IL BRUTO E' ESPERTO DI QUEI LUOGHI
25. 8. 1990



Violentata. Seviziata. Massacrata a colpi di pietra sulla testolina. Trascinata e scaraventata in un anfratto tra la boscaglia non lontano dalla strada comunale. Se non è del posto, il bruto è uno che frequenta quelle bande della Valle Roveto al confine tra l'Abruzzo e il Lazio.
Le modalità ma soprattutto il luogo dove è avvenuto il brutale assassinio di Cristina Capoccitti, non ancora 7 anni, fanno pensare ad una persona che conosceva la zona.
Che sapeva bene che tra quella fitta vegetazione sicuramente non poteva essere visto.
Che avrebbe potuto facilmente sbarazzarsi del corpicino dentro quel fossato in cui anche i cani hanno avuto difficoltà per poi tranquillamente scappare per strada, magari in auto, in modo da raggiungere in fretta la vicina statale.
Su questo punto gli inquirenti coordinati dal giovane sostituto procuratore della Repubblica, dottor Mario Pinelli, sembrano convinti.
Come pure si fa strada la convinzione che Biancaneve, secondogenita di Giuseppe Capoccitti e Dina Valentini a cui ora rimane il tredicenne Samuele, conoscesse il suo assassino.
Cristina dopo aver forse provato verso le 20,30 a cercare la sua amichetta che abita a due passi, stava tornando a casa. Qui vicino deve aver incontrato il suo assassino. E «non era una bambina che si lasciava incantare» dicono, sicuri, i parenti. Né chi era nelle case vicine ha sentito rumori sospetti. Perciò viene facile dedurre che la piccola non avesse nulla da temere da chi l'ha fermata. «L'assassino è tra noi. Sembra impossibile ma è così» dicono in paese dove tutti, oltretutto imparentati tra loro, si guardano in cagnesco. Anche gli inquirenti sembrano puntare soprattutto sull'ipotesi del “paesano”. Il primo passo che ha fatto il dottor Pinelli è stato infatti quello di procurarsi un elenco di tutti gli abitanti delle due frazioncine vicine Case Castella e Case Martinelli: venti famiglie la prima, dieci la seconda, in tutto un'ottantina di persone. Saranno ascoltate tutte. Subito sono state eseguite alcune perquisizioni domiciliari in quattro o cinque abitazioni. Per oggi, invece, è trapelata l'ipotesi che tutte le abitazioni verranno setacciate anche se l'assassino ha avuto parecchie ore di vantaggio per nascondere prove e magari partecipare, per distogliere i sospetti, alle ricerche. Sotto questo aspetto, il magistrato attende i risultati dell'autopsia che si è conclusa nella nottata visto che ieri sera le operazioni di un anatomopatologo giunto appositamente da Roma presso l'obitorio dell'ospedale di Avezzano sono andate per le lunghe fino a tarda notte. Occorre sapere, soprattutto, l'ora della morte per poter verificare meglio eventuali alibi di eventuali sospettati.
La seconda “pista”, ossia il bruto forestiero, viene però scandagliata nei minimi particolari, perfino in quella che ieri sembrava solo una “voce di popolo”. Quella di chi ha addirittura voluto collegare la vicenda di Biancaneve al delitto, il 23 novembre scorso, impunito della barista di San Donato di Tagliacozzo: un paesino di poche anime anche quello: anche in quell'occasione un brutale assassinio con feroci martellate; anche allora un omicidio a sfondo sessuale. Ipotesi inquietante, il “maniaco della Marsica”, ma forse soltanto figlia della vivissima emozione che la triste storia di Cristina ha suscitato.
Si valutano, comunque, le testimonianze di due bambini che hanno segnalato agli inquirenti un uomo con la barba, sui 40-45 anni, a bordo di una Lancia Thema azzurra targata FR (Frosinone). L'auto sarebbe stata vista più volte ferma al bivio di una stradina che, attraverso la frazione di Balsorano Vecchio, porta alla statale82: cioè una delle probabili vie di fuga se l'assassino è scappato con la macchina. Inoltre «l'uomo con la barba» avrebbe anche cercato di avvicinare una bambina più o meno della stessa età di Biancaneve. Ipotesi, piste, supposizioni che si accavallano, si inseguono e che i tanti inquirenti gettati sul campo (i carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo guidati dal loro capitano, gli agenti del Commissariato di Avezzano al comando del vice-questore Bartoli e varie squadre di Polizia) stanno vagliando. Accanitamente. Con rabbia.


[Versione in pdf]
Capitolo precedente⇦ Indice CapitoliCapitolo successivo

Segui Angelo De Nicola su Facebook