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Ribalta Teatro: L'Epifania di Celestino

La Maschera di Celestino
da "Vario", marzo 2006 n.57
di LIVIA DE LEONI


Cosa ci fa il celebre “padre Nike” su un palcoscenico accanto al presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta, all’andrologo Sandro Francavilla, allo psichiatra Massimo Casacchia o al noto scrittore e giornalista Angelo De Nicola? È evidente: stanno recitando. Il merito di aver riunito personalità così diverse, ma attive e generose, professionisti affermati, rappresentanti tutti della comunità aquilana è dell’Uovo - Teatro Stabile d’Innovazione, compagnia solitamente dedita alla produzione teatrale per ragazzi, e stavolta impegnata a trasportare sulla scena l’ultimo romanzo di Angelo De Nicola, La maschera di Celestino, per uno spettacolo di beneficenza in favore della lotta contro il cancro. Tra le tante facce note del capoluogo abruzzese gli oltre 2.600 spettatori hanno potuto riconoscere inoltre Vincenzo Masi, Amedeo Esposito, Massimo Gallucci, Rinaldo Torder, Valter Marola.

La “mise en espace” di L’Epifania di Celestino (questo il titolo dello spettacolo) è andata in scena il 6 gennaio scorso al Teatro San Filippo, a firma di Maria Cristina Giambruno, presidente dell’Uovo. Punto di partenza di questa grande avventura è la Perdonanza Celestiniana, evento di secolare tradizione aquilana, su cui s’incentra l’intrigo del romanzo appassionante di De Nicola, edito da Textus nel 2005. Rinomato scrittore (suo anche il saggio Da Tragnone a Fidel Castro), De Nicola ha elaborato un giallo in chiave moderna, ricco di suspense, dove varie strade, tra cui quella spirituale, s’intrecciano al fine di rendere ancora più vivo il messaggio di pace della Perdonanza. Questa Bolla venne elaborata da Celestino V, noto eremita incoronato Papa all’Aquila nel 1294, unico pontefice nella storia della Chiesa a –come dice Dante– ”fare il gran rifiuto”, ossia dare le dimissioni. Il romanzo ambientato ai nostri giorni, che gode della prefazione di Dacia Maraini, s’incentra intorno ad una minaccia di attentato al Papa che, in occasione di questa memorabile manifestazione abruzzese, viene a rendere omaggio a Celestino V.

L’azione si svolge nello splendido scenario della basilica di Collemaggio e prende inizio il 28 agosto, giorno d’apertura della Perdonanza, durante il quale si celebra, tra l’altro, la lettura della Bolla emanata da Celestino V nella quale si concedeva un’indulgenza plenaria ed universale a tutta l’umanità, evento di straordinaria importanza visto che fino allora il perdono era legato al denaro.

La regia di Maria Cristina Giambruno rende omaggio alla Bolla di San Pietro Celestino che introduceva i concetti di pace, solidarietà, riconciliazione. La Giambruno, fondatrice del Teatro Stabile d’Innovazione L’uovo, grazie a quest’allestimento è riuscita a raccogliere 2.600 euro, devoluti all’associazione L’Aquila per Vita Onlus che supporta l’Unità Ospedaliera di Oncologia medica presso l’Università dell’Aquila.

«Un evento cittadino in cui gli interpreti del momento che vivono e costruiscono tutti i giorni il capoluogo abruzzese si sono riuniti contro il cancro», racconta la regista. L’Epifania di Celestino, della durata di poco meno di due ore è da considerarsi un invito alla lettura del romanzo dello scrittore aquilano. A teatro l’epilogo non viene rappresentato, il giallo rimane in sospeso proprio sull’attentato al Papa: ci sarà o non ci sarà? Per saperlo si dovrà leggere la storia scritta da Angelo De Nicola.

«In tutti i lavori della compagnia l’Uovo –spiega Maria Cristina Giambruno– la fantasia dello spettatore ha sempre avuto un grande spazio. Lasciare in sospeso l’intrigo ne è una prova. Dopo la rappresentazione non c’è stato un solo spettatore che abbia chiesto la fine del giallo. Probabilmente tutti abbiamo già letto questo magnifico romanzo».

L’Epifania di Celestino ha riscosso un notevole successo, lasciando purtroppo oltre un centinaio di spettatori a bocca asciutta, che potranno rifarsi il 4 febbraio alle 21 al teatro San Filippo in occasione della replica di quest’ultima creazione dell’Uovo.