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LA STORIA
L’AQUILA Ai ladri del valore simbolico, planetario, di quel murale non interessava un fico secco: l’importante era far soldi con l’opera d’arte di un sempre più quotato “street artist” quale Banksy. Sembrerebbe esserci “solo” una banda italo-francese di manigoldi dietro la famosa porta del teatro Bataclan di Parigi, su cui l’artista Banksy aveva realizzato un murale per ricordare le 90 vittime del terribile attentato terroristico del 13 novembre 2015, ricomparsa l’altra notte in una cascina in Abruzzo, nelle campagne di Sant’Omero nel Teramano. A ritrovarla sono stati i carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica (Teramo), nell’ambito delle indagini dirette dal procuratore distrettuale antimafia e antiterrorismo dell’Aquila, Michele Renzo. Secondo quanto trapelato, all’attività investigativa hanno preso parte non solo i carabinieri della Tutela patrimonio culturale di Ancona ma anche la stessa polizia francese che avrebbe partecipato anche alla stessa perquisizione nella cascina. Dove l’oggetto sarebbe finito, in momentaneo “deposito”, dopo gli spostamenti in vari nascondigli tra la Francia e l’Italia.
LE INDAGINI
Nell’ambito dell’inchiesta, i cui dettagli verranno resi noti stamane alle 11 in una conferenza stampa all’Aquila dello stesso Procuratore Renzo, c’è un indagato. Si tratta di G.P., imprenditore nato in Francia ma di Tortoreto (Teramo), non si sa se nella sola veste di proprietario della cascina, in cui risiede una donna cinese, oppure di ricettatore. L’uomo, al momento del blitz, quando i carabinieri a colpo sicuro hanno cercato l’opera d’arte trovandola in un sottotetto adibito a soffitta, avrebbe mostrato di cadere dalle nuvole dichiarando di non sapere nulla né del furto né della valenza della porta. L’attività di polizia giudiziaria, che non è affatto conclusa, non sembrerebbe orientata nel mondo del terrorismo o del finanziamento allo stesso, nonostante la provincia di Teramo (in particolare nelle note località della costa, Martinsicuro e Alba Adriatica) sia stata interessata, nel settembre dello scorso anno, da una importante inchiesta del Ros dei carabinieri e Scico delle Fiamme gialle (sempre targata Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo dell’Aquila, pubblici ministeri lo stesso Renzo e il sostituto David Mancini) su un presunto giro di denaro volto a finanziare, dietro la vendita di tappeti e lavori edili, l’organizzazione radicale islamica “Al-Nusra” con base in Siria. Nell’inchiesta fu coinvolto anche l’imam di una moschea a Martinsicuro.
GRANDE VALORE
L’opera recuperata, con tecnica “stencil” bianca, è l’immagine di una ragazza in atteggiamento di lutto per le vittime, dipinta su una delle porte d’emergenza del famoso locale della capitale francese dove novanta persone furono uccise nell’attacco terroristico sferrato da un gruppo armato ricollegabile all’Isis durante un concerto degli “Eagles of Death Metal”, mentre gli stessi suonavano la canzone “Kiss the Devil”. La porta col murale era stata divelta e portata via il 26 gennaio 2019. Il furto aveva choccato la Francia. La Direzione del Bataclan aveva parlato di «profonda indignazione» per il furto di un’opera che «apparteneva a tutti: residenti locali, parigini, cittadini del mondo…». Il teatro aveva poi commentato, via Twitter, che «l’essenza stessa dell’arte urbana è quella di dare vita a un’opera d’arte in un ambiente particolare e noi siamo convinti che questa opera aveva senso solo in questo particolare luogo. Questa è la ragione per la quale noi l’avevamo lasciata lì, libera, sulla strada, accessibile a tutti».
I murales di Banksy, l’artista la cui vera identità rimane ancora sconosciuta, sono ormai diventati molto ricercati dai collezionisti d’arte. Una sua opera realizzata in Galles, raffigurante una bambina in una nuvola di inquinamento simile alla neve, è stata di recente venduta all’asta per centomila sterline (115 mila euro).
Angelo De Nicola
(ha collaborato Marcello Ianni)
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