Incoraggiante è stata la numerosa e attiva partecipazione nella mattina di oggi 17 febbraio, per il primo degli appuntamenti con il “Laboratorio Celestino V”. Il giornalista e scrittore Angelo De Nicola, ha esposto la presentazione multimediale, intervallata dalle letture sceniche eseguite dalla giornalista Sabrina Giangrande, entrambi degli Amici di San Basilio con la collaborazione nell’organizzaione, della docente e scrittrice Donella Giuliani unitamente alle suore ISMA Micarelli – L’Aquila con la cortese accoglienza e disponibilità per questo importante progetto, inizialmente pensato per insegnanti ma poi aperto a chiunque sia interessato a queste tematiche. I prossimi appuntamenti sono previsti nei seguenti giorni: 16 marzo, 23 marzo, 20 aprile, 4 maggio e 11 maggio sempre il sabato dalle ore 9:30 alle ore 11:30. Per informazioni e prenotazioni su whatsapp sui numeri 3403783897 e 3283350917.
Conferenza multimediale di Angelo De Nicola con letture di Sabrina Giangrande
L’Associazione Culturale Maks nella sede de “la Dama di Capestrano” accoglie nuovamente il giornalista, saggista e scrittore Angelo De Nicola caposervizio della redazione di L’Aquila del quotidiano Il Messaggero che ha dedicato importanti libri a Celestino V e alla Perdonanza aquilana. Infatti, sabato 5 agosto alle ore 21:30 – con la frescura della sera – De Nicola terrà la conferenza multimediale – “1983-2023: il Quarantennale della Perdonanza moderna” – animata dalle letture di Sabina Giangrande. “Cercheremo di capire e valutare, anno per anno, come la Perdonanza Celestiniana sia arrivata a un così importante traguardo. Come la manifestazione, pur nell’evolversi di successi, insuccessi e polemiche, sia entrata a far parte dell’identità di una città, tanto da tenersi anche in quell’agosto del 2009, quando le spoglie di Celestino V sfilarono nel centro storico martoriato su un carro dei Vigili del Fuoco aggirando la tendopoli sorta sul prato della basilica di Collemaggio. Possiamo dire che la Perdonanza è la città e la città è la Perdonanza? Un’occasione persa o una grande risorsa?” dalle parole del giornalista. O, come afferma Letizia Perticarini dell’Associazione Maks – “Possiamo dire che con Celestino V – il Gandhi del Duecento come lo ha definito Angelo De Nicola, proprio in questo luogo, la Chiesa abbia fatto un passo a sinistra per una Perdonanza laica? A queste e altre domande cercheremo di dare una risposta attraverso l’aiuto di un grande esperto e i suoi strumenti utili alla “ricostruzione” di quarant’anni dell’Aquila e dell’Abruzzo.” Ingresso libero nella sede de “la Dama di Capestrano” – sabato 5 agosto’23 ore 21.30 – Via Aquila 7 Capestrano Aq. – info +393476761404
I tre evidenti segni lasciati da Papa Francesco quando, col tradizionale bastone, ha dato i tre tocchi previsti dal cerimoniale per aprire la Porta Santa di Collemaggio
Al G8 dell’Aquila nel luglio 2009, Berlusconi mostra a Obama il Guerriero di Capestrano
La mia analisi su Messaggero edizione Abruzzo di oggi:
I simboli sono importanti. E anche assai difficili da codificare specie se devono rappresentare e unificare una regione, l’Abruzzo, fatta di anime diverse (“Gli Abruzzi”) non soltanto territorialmente. Sicchè è un gesto coraggioso l’avvio del iter del progetto di legge del Consiglio regionale, condiviso da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, che prevede un nuovo stemma con il Guerriero di Capestrano. Ovvero di quell’enigmatica e affascinante scultura del VI secolo a.C. rinvenuta per caso, nel 1934, da un contadino che stava preparando il terreno alla semina, peraltro in tenimento del Comune di Ofena (la “guerra” con Capestrano è antica…). La Prima commissione regionale “Bilancio, affari generali e istituzionali”, presieduta da Fabrizio Montepara, ha dato parere favorevole unanime alla proposta. Il nuovo stemma prevede uno scudo sannitico, in cui sarà posta l’effigie del guerriero, con gli attuali colori del simbolo regionale: il bianco che rappresenta le cime innevate delle montagne; il verde dei boschi e delle colline; l’azzurro del mare Adriatico. A questo punto, il documento sarà sottoposto al vaglio dell’assemblea nella prossima seduta per l’approvazione finale.
Subito si sono levate proteste. Il primo è stato il sulmonese Fabio Valerio Maiorano, Deputato di Storia Patria in Abruzzo che si dice «meravigliato, perplesso e anche preoccupato. Rischia di snaturare e di rendere ancora più “complicato”, per non dire pasticciato e confuso, l’attuale stemma in uso, di per sé già irrispettoso dei principi araldici, della storia dell’Abruzzo e finanche della legge, visto che l’araldica pubblica (concessione o modifica di uno stemma) è materia di “esclusiva competenza” dello Stato». Certo, non il massimo tatticamente, in questi tempi di guerra, puntare su un “Guerriero” peraltro associato al nome dell’omonimo San Giovanni, conosciuto nel mondo come “il santo guerriero” per aver combattuto nelle Crociate. E allora, perchè non puntare su un simbolo di pace quale la Porta Santa della basilica di Collemaggio all’Aquila che il prossimo 28 agosto sarà aperta, per la prima volta da quando Celestino V emanò la Bolla del Perdono 728 anni fa, da un Pontefice, Papa Bergoglio appunto. Un evento epocale! Si dirà: è un simbolo religioso. Ma a parte che Ignazio Silone definì Celestino V «il più abruzzese dei santi», la Perdonanza Celestiniana ha avuto il riconoscimento (laico) dall’Unesco di “patrimonio immateriale dell’umanità”. Il Perdono, concesso da una Papa che si rifiutò di benedire gli eserciti che andavano a combattere in Terrasanta, come “anticamera” della Pace.