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IL MACABRO TOUR NEL CENTRO STORICO DI ZOMBIE



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L'AQUILA - La città è chiusa, inaccessibile. Ad ogni punto d'ingresso al centro storico, da ieri mattina, sono stati piazzati due o tre alpini. Tutti irremovibili. All'incrocio dello stadio "Fattori", i militari non si sono lasciati corrompere nemmeno dal dolce visetto di un'inviata Canale 5: «Serve un lasciapassare o niente».

Così, per poter entrare, si è chiesto l'accredito alla sala operativa. E, potenza delle telecamere, il lasciapassare è arrivato. Appuntamento alla Villa Comunale, davanti allo chalet: con chi scrive, ci sono la truope di "Matrix" guidata Chiara Cazzaniga, quella di "Sabato e Domenica" della Rai guidata da Elisabetta Barozzi, e due fotoreporter di agenzie fotografiche. Parte il "tour" nel centro storico di zombie. Una via crucis.

La prima "stazione" è presso "Mazzitti calzature": intorno è tutto un disastro ma la vetrina è intatta. Chi comprerà quelle scarpe? La Banca d'Italia, invece, è una rocca: il palazzo all'angolo alto di piazza Duomo sta in piedi, orgoglioso. A due passi la chiesa dell'Anime Sante semicrollata non soltanto nella cupola. Per andare alla Prefettura bisogna tornare sui nostri passi. Via Indipendenza è, infatti, una trappola per topi. All'angolo, il teatro Sant'Agostino sembra bombardato. Il Palazzo del Governo, invece, è solo una scritta sconnessa. Di fronte, il bel palazzo gentilizio è una groviera. La chiesa di San Marco pure. Ritorniamo verso i Portici. A guardare il profilo del Corso, il palazzo della Carispaq sembra come torto in avanti nel suo angolo destro. Qualcosa non va. Mentre allo spigolo dei Quattro Cantoni, dove ci sono le bandiere dell'Ufficio di presidenza della Provincia, sono appena crollati dei capitelli ma anche parte della intera colonna dell'angolo. «Sta venendo giù, allontanatevi!» grida un vigile del fuoco.

Infiliamo via San Bernardino tra due ali di palazzi che sembrano ondeggiare: è solo una sensazione. Intanto la terra trema ancora. Un groppo alla gola ci assale nel vedere la scuola elementare "De Amicis" semicrollata. La facciata della basilica di San Bernardino ha retto: ma dentro?

Costeggiamo il Distretto militare. Il palazzo in ristrutturazione dell'Enel è disastrato. Dall'angolo di via Zara con via Veneto si accede alla parte posteriore della basilica di San Bernardino: il campanile è semicrollato ed i pompieri stanno controllando, grazie al cestello su una gru se c'è ulteriore pericolo di crollo. Più in là, però, Porta Castello è in piedi, con qualche crollo ma è in piedi. E infilando la strada di accesso al Forte Spagnolo, l'angolo che si vede ci conforta: il Castello è intatto. Purtroppo non è così. Il lato che ospita il ponte d'ingresso ha subito crolli gravi: alcuni massi ostruiscono l'ingresso. Una struttura progettata per resistere alla cannonate, con mura in alcuni punti di oltre sei metri di spessore, il Forte, non ha retto alla botta (o alle botte a ripetizione). Nemmeno nel Settecento, nel devastante terremoto del 1703, il Castello aveva subito danni. E se tanto mi da tanto, dentro cosa sarà avvenuto all'interno?

Le troupe girano fiumi di immagini. I fotoreporter scattano centinaia di foto. Inutile, per il cronista, prendere appunti. È un disastro.

Angelo De Nicola