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LA CUCINA ABRUZZESE “INCANTA” BRUXELLES



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L’AQUILA - Se l’Unesco riconoscerà la dieta mediterranea come “patrimonio immateriale dell’umanità” sarà anche merito dell’Abruzzo. Della sua cucina, del suo patrimonio di saperi e sapori, insomma della sua “dieta”, intesa come stile di vita (dal greco “dìaita”, cioè equilibrio). E per contribuire a sostenere la candidatura, l’Abruzzo ce l’ha messa tutta, facendosi notare eccome, nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles.

Il 13 ottobre scorso, a Bruxelles, si è svolta un’audizione della Commissione agricoltura e sviluppo rurale dedicata, appunto, alla proposta di riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità. L’iniziativa ha visto in particolare la partecipazione, tra i relatori, dell’onorevole Vincenzo Lavarra, pugliese, membro della stessa Commissione del parlamento europeo, e dello chef di fama internazionale Alfonso Iaccarino. L’evento è giunto a conclusione di un lungo lavoro portato avanti per la promozione, la valorizzazione e la diffusione di una cultura dell’alimentazione e della enogastronomia fortemente caratterizzata e riconoscibile come appartenente ai territori che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

Un lavoro, quello in particolare del progetto “Europe country inn- Le locande d’Europa” (finanziato con fondi Leader Plus) che ha visto l’Abruzzo in prima fila, non soltanto con i suoi sapori e prodotti di punta, ma anche con le proprie strutture ed i propri uomini e donne. Non caso il Gal (Gruppo di Azione Locale) Marsica è capofila dei 24 partner del progetto, presieduto dal pugliese Alberto Casoria e che vede presenti i Gal di Puglia, Sardegna e Toscana oltre a svedesi e rumeni. Gli altri Gal abruzzesi sono il Gal Arca-L’Aquila Leader, il Gal Antiche Terre d’Abruzzo ed il Gal Appennino Teramano. E non a caso uno dei due “project manager” è un’aquilana, l’ingegnere Anna Lisa Corti che funge anche da “ufficiale di collegamento” anche con la Cia (la Confederazione degli agricoltori) e la Regione Abruzzo che hanno entrambe una sede a Bruxelles.

L’audizione davanti alla Commissione Agricoltura è stata assai vicace. Qualche deputato ha infatti contestato il fatto che a sostenere la richiesta all’Unesco, oltre a Italia, Grecia e Spagna, sia stato anche il Marocco che, essendo di religione musulmana, inibisce il consumo dei vino, cioè uno dei tre capisaldi della dieta mediterranea insieme a olio e frumento (è stato ricordato come, ad esempio, la pasta sia stata importata da Marco Polo dalla Cina mentre il pomodoro sia arrivato nell’area del Mediterraneo solo dopo la scoperta dell’America). E per spezzare la tensione, il deputato italiano Lavarra ha proposto di trovare una mediazione, come spesso si fa in Italia, davanti ad una tavola imbandita. Alludeva alla cena che si sarebbe tenuta di lì a poco.

Infatti, al termine dell’audizione i territori partner del progetto delle “Locande Rurali d’Europa” (Puglia, Abruzzo, Sardegna e Toscana) hanno presentato le eccellenze dei propri territori presso il ristorante del Parlamento europeo in una degustazione guidata di prodotti tipici e piatti tradizionali della dieta mediterranea italiana dei territori partner del progetto. L’Abruzzo è stato rappresentato dagli chef Paolo Pecilli e Pierluigi De Benedictis, entrambi aquilani, che hanno proposto ed illustrato, in una sala con oltre 300 invitati, salame e cicolana dell’Aquila, formaggi vaccini abruzzesi e mezze maniche all’abruzzese. Presenti anche le “Ciambelline di Nonna Rina” con zafferano della Vallelonga prodotte dal ristorante “Il Granaio” di Trasacco.

«La nostra presenza al termine dell’audizione non è casuale- ha detto Casoria-: la proposta di riconoscimento della dieta mediterranea ed il progetto Le Locande dell’Europa Rurale, sono accomunate da uno spirito identitario e dalla coscienza che la valorizzazione e la promozione dei territori, anche attraverso le produzioni tipiche e l’enogastronomia, può rappresentare una vera occasione di sviluppo per le nostre aree. Questa manifestazione rappresenta una delle numerose iniziative del progetto, che ha portato all’apertura di show room specializzati nella promozione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti tipici dei territori rurali in Stoccolma, Bruxelles, Roma, Bucarest, Olbia e L’Aquila, che sono stati animati nel corso di questi anni oltre 100 iniziative, degustazioni, scuole del gusto, presentazione di offerte turistiche ed eventi culturali».

Così, a tavola, s’è materializzata la profezia dell’on. Lavarra. Tanto che, anche durante la cena, il presidente della Commissione, l’inglese Neil Parish ha promesso di avviare le trattative per arrivare ad approvare una risoluzione in cui la Ue appoggerà la richiesta all’Unesco a favore della dieta mediterranea.

Angelo De Nicola