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BRACCIO DI FERRO SULLA VETTA DA INTITOLARE AL PAPA



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L'AQUILA - Che ami il Gran Sasso lo dimostrano le sue visite, quelle ufficiali (tre delle sei in Abruzzo) e soprattutto quelle non ufficiali (almeno otto delle quattordici "scappatelle" in regione) per fugaci passeggiate ed escursioni: a Karol Wojtyla, il Massiccio abruzzese ha sempre ricordato i suoi monti Tatra, in Polonia, dove fino 1978 ha potuto sciare in libertà. Chissà se Papa Giovanni Paolo II sarà felice di sapere che, ora, al Comune dell'Aquila s'è addirittura aperta una "sfida" nel suo nome per intitolargli una vetta del Gran Sasso. Il Comune deve infatti scegliere tra due proposte d'intitolazione: una, avanzata dal sindaco Biagio Tempesta, per la vetta situata a 2.424 metri di altitudine (collocata lungo la cresta che collega la "Cima delle Malecoste" a Pizzo Cefalone, senza nome ufficiale e denominata "Gendarme" dagli alpinisti locali); l'altra, avanzata da due esponenti dell'opposizione riguarda addirittura Corno Grande (2.912), la vetta più alta di tutti gli Appennini.

Nella prima proposta, il sindaco ha fatto propria l'idea di un apposito comitato predisponendo la delibera per la Giunta; nella seconda i consiglieri Pierluigi Pezzopane ("La città che vogliamo") e Angelo Mancini (Sdi) hanno depositato un ordine del giorno nel quale Giovanni Paolo II viene denominato anche "il Papa montanaro". Entrambe le proposte intendono manifestare l'affetto della città nei confronti del Papa e ricordare il suo attaccamento all'Abruzzo e, in ogni caso, sarà denominato "sentiero Giovanni Paolo II" un percorso che parte dalla chiesetta del borgo di San Pietro della Jenca, dove il Papa alcuni anni fa si fermò in preghiera durante una delle sue escursioni sul Gran Sasso.

"In questo modo- ha spiegato Tempesta- abbiamo condiviso le proposte del Comitato "Cima Wojtyla" che ha provveduto ad allestire anche un comitato d'onore presieduto dal ministro Alemanno e al quale ha aderito anche il sindaco in rappresentanza della Municipalità". L'ordine del giorno di Pezzopane e Mancini prevede di denominare "Vetta Giovanni Paolo II" il Corno Grande, sulla scorta della premessa che "nel corso degli anni del suo pontificato, il Pontefice ha dimostrato profondo attaccamento per i monti del nostro Comune, che ha frequentato, anche in forma privata" e che "ha dimostrato particolare affetto per la piccola chiesa del caratteristico borgo di San Pietro della Jenca dove si è raccolto in preghiera".