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TRADIZIONALE INTERVISTA ”AL CAMINETTO” AL SINDACO



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«Se il Polo vuol vincere deve candidare me alla Camera dei Deputati in tandem, visto che in tal caso nel 2006 si voterebbe contemporaneamente anche per il Comune dell’Aquila, con un candidato sindaco autorevole. Il quale, in sinergia con un deputato capace, potrà operare per il definitivo rilancio di questa nostra amata città. Questo è il mio progetto politico che sottopongo ai partiti del Polo».

Sarà perchè la tradizionale intervista ”al caminetto” di fine anno s’è aperta sulla legge anti-sindaci approvata tra le polemiche («Legge giusta ma ha finito col creare un martire»); sarà perchè il discorso è subito caduto sul sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso («Perchè non dedicate anche a me mezza pagina al giorno?»); sarà l'aria di festa («Oggi non ho messo la cravatta»). Fatto sta che è un sindaco dell’Aquila, Biagio Tempesta, che non t'aspetti. Addirittura sorridente e ottimista mentre si chiude un anno il cui bilancio per l'amministrazione comunale è decisamente macchiato dallo scandalo Perdonanza (vedi articolo qui accanto).

Domanda: Sindaco, il Polo ha martirizzato D'Alfonso...
Risposta. «Proprio così. Una legge ineccepibile sotto il profilo tecnico rischia di diventare un boomerang sotto il profilo politico. Non vedo cosa c'è da sbraitare: se un sindaco vuol candidarsi al parlamento deve dimettersi sei mesi prima».

D.: E lei è prontissimo a farlo, o no?
R.: «Io sono a disposizione dei partiti del Polo. Mi considero il candidato migliore visto che il deputato deve essere un uomo di governo capace. Il fatto che nella Finanziaria ci siano tre o quattro provvedimenti riguardanti l'Abruzzo, nessuno per il capoluogo, è la dimostrazione che i nostri parlamentari non sono all'altezza. Eppoi, l'unico vero rappresentante della sinistra all'Aquila è proprio il sindaco Tempesta».

D.: Una simpatica provocazione di fine anno...
R.: «Mi chiedo: ci sono rappresentanti di sinistra all'Aquila? Dunque, li posso benissimo rappresentare io».

D.: Oltre allo scandalo Perdonanza, un 2004 da ricordare anche per la crisi infinita...
R.: «Non tutti i mali vengono per nuocere: la crisi ci ha fatto crescere. Forse non avevo ben compreso quello che mi veniva segnalato dai partiti ai quali, e non al sindaco ”primus inter pares”, tocca trovare il bene. Di certo, non s'è mai lavorato tanto come nel periodo in cui ho governato da solo contro quaranta consiglieri comunali».

D.: Il carbone a chi?
R.: «Non voglio parlare male di nessuno, eppoi se devo candidarmi...».