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IL PAPA E' TORNATO SUL GRAN SASSO



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L'AQUILA - Stavolta è stata la Radio Vaticana a dare la notizia al mondo, in anticipo: "Il Papa si trova in gita sul Gran Sasso". Ma il copione è stato lo stesso: massima riservatezza, avvistamenti un po' ovunque, ridda di ipotesi di luoghi dove il Pontefice poteva essere stato, autorità spiazzate compreso l'Arcivescovo dell'Aquila: "L'ho saputo dalla Radio" ha detto monsignor Molinari- speriamo che la nostra aria buona faccia bene alla sua salute". Insomma, la solita "scappatella", magari per difendersi dal gran caldo, dal Vaticano sulle montagne del "suo" Abruzzo col quale il Papa deve avere un rapporto speciale (forse perchè gli ricordano i monti Tatra in Polonia dove sciava fino all'inverno 1978, le ultime sciate in libertà) se è vero che della circa cinquanta "uscite" non ufficiali dalla Residenza Papale con destinazione le montagne così vicine a Roma (del Lazio, del Molise e persino della Toscana) almeno quattordici avrebbero avuto per meta l'Abruzzo.

Impossibile sapere dove è stato il Papa ieri. D'altra parte, sugli itinerari degli spostamenti privati del Pontefice, la riservatezza ed il mistero sono sempre fitti, per ovvi motivi di privacy e di sicurezza, tanto che normalmente questo tipo di notizie non vengono mai diffuse dalle fonti ufficiali del Vaticano. In questi casi, il Papa esce in automobile al mattino presto, accompagnato solo da un ridottissimo seguito: in tutto circa una decina di persone e non più di cinque auto con targhe italiane, compresa un "papa-mobile" assolutamente non riconoscibile. Un sistema già utilizzato quest'estate: è la seconda volta che il Papa si concede una gita durante le sue vacanze estive, iniziate il 10 luglio con il trasferimento dalla Città del Vaticano alla residenza estiva di Castel Gandolfo sui Castelli. Ed anche la prima gita l'avrebbe fatta sul Gran Sasso. Un pastore lo avrebbe riconosciuto ed il Papa, dalla sua auto, si sarebbe fermato regalandogli un rosario. Nessuna conferma ufficiale, nemmeno un fiato dal Vaticano.

Ieri, invece, per la prima volta Radio Vaticana ha dato l'annuncio forse anche "per dimostrare al mondo- ha ipotizzato qualche acuto osservatore di cose vaticane- che il Papa sta meglio e reagisce bene alle ultime cure". Il Papa malato è venuto spesso a ritemprarsi sulle montagne del "suo" Abruzzo, almeno in 14 occasioni. Quasi sempre è venuto di martedì, ovvero il giorno in cui ha meno impegni ufficiali. E nelle sue 14 visite non ufficiali in Abruzzo, Wojtyla ha spesso preferito il Gran Sasso. Otto sono stati i suoi "blitz" nella zona del Massiccio: nel marzo 1984 a Montecristo (per sciare); il 12 luglio 1985 a Campo Imperatore (per passeggiare); nell'aprile 1991 ancora a Campo Imperatore (per sciare), il 13 aprile 1993 alla Fossa di Paganica (per fare di sci di fondo); il primo febbraio 1994 a Montecristo (per passeggiare); il 5 aprile 1994 ancora alla Fossa di Paganica (per passeggiare e sciare di fondo) nell'ultima occasione in cui avrebbe inforcato gli sci; il 25 ottobre 1994 ancora sul Gran Sasso (per passeggiare) meta che avrebbe avuto anche il 6 febbraio 1998 ed il 4 aprile del 2000. Dopo questa data non erano più emerse indiscrezioni fino al 14 luglio scorso anche se non è certo che il Papa nel frattempo non sia venuto, stavolta eludendo anche le indiscrezioni. Se poi si aggiungono le scappatelle del 16 febbraio 1987 a Ovindoli (per sciare), del 14 marzo 1989, del 28 dicembre 1990 e 29 dicembre 1992 sempre a Campo Felice (per sciare), in pratica Wojtila è venuto in Abruzzo almeno una volta all'anno, e perfino solo tre mesi dopo l'intervento chirurgico che l'11 novembre 1993 tenne tutto il mondo col fiato sospeso.

Fece notizia la sua ultima scappatella a Campo Felice nel dicembre 1992, sempre un martedì. Fu una sorpresa per tutto il mondo. Sottoposto solo qualche mese prima ad un delicato intervento chirurgico ed ormai sulla soglia dei 72 anni, nessuno avrebbe scommesso che Giovanni Paolo II potesse tornare a sciare. Ed invece, il Papa sciatore, per sei ore a temperatura meno 12 gradi, si dilettò lungo le varie piste e, fatto mai accaduto, si avventurò anche tra gli altri sciatori senza farsi riservare una pista come era avvenuto nelle precedenti occasioni. Il Papa sciatore, appunto. Quello che nell'84 sull'Adamello, fece esclamare all'allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini: "Lei, Santità, volteggia come una rondine!". D'altronde, l'amore del Papa per la montagna, in particolare per il Gran Sasso, è testimoniato dalle parole che lo stesso Wojtyla pronuncio nel 1993 all'Angelus recitato proprio sul Massiccio: "Il silenzio della montagna e il candore delle nevi ci parlano di Dio e ci additano la via della contemplazione, non solo come strada maestra per fare esperienza del Mistero, ma anche quale condizione per umanizzare la nostra vita e i reciproci rapporti".