LogoLogo

IRTI, "RIVOLUZIONE PER IL RILANCIO"



Segui Angelo De Nicola su Facebook



Il marchio di famiglia resta, così come la sede rimarrà quella aquilana, storica, a Sassa Scalo. Ma quella che si sta quasi per concludere rappresenta comunque una "rivoluzione" per la "Irti Lavori". Sta, infatti, cambiando completamente pelle quella che, almeno fino alla crisi che l'ha colta due anni fa, era la maggior impresa privata aquilana (circa 400 dipendenti compreso l'indotto ed un portafoglio di soli appalti pubblici che sfiora i 400 miliardi di vecchie lire), tra le primissime in Abruzzo ed assai quotata nel panorama delle holding italiane nel settore delle costruzioni.

Un cambiamento epocale. La famiglia Irti perde la maggioranza del pacchetto azionario che sarà controllato ora da una società milanese dell'alta finanza che fa capo a Sandro Maccagni da qualche mese nuovo presidente del consiglio d'amministrazione nonchè amministratore delegato.

Con l'ingresso del nuovo socio, è totalmente cambiato sia il consiglio di amministrazione sia il management. Del primo fanno parte Vincenzo Lamparelli, Stefano Fogliata, Raul Maria Pozzi e Luigia Irti. Quest'ultima (figlia di Manlio, uno dei cinque fratelli eredi del capostipite Iniseo), è l'unica rimasta in rappresentanza della famiglia, insieme con Paolo Irti (figlio di Walter) nominato direttore amministrativo e finanziario. Gli altri incarichi vedono Lamparelli quale direttore del personale, Fogliata dell'Ufficio legale, Romano Sacchi direttore tecnico, Maurizio Maran dell'ufficio immobiliare mentre a capo degli affari generali sono stati chiamati Vinicio La Chioma e Raffaele Feroci.

Una rivoluzione avvenuta finora nel più totale riserbo. "Egoisticamente, in questo momento- hanno spiegato, ieri al Messaggero, Maccagni e Paolo Irti- abbiamo bisogno della maggior tranquillità possibile non solo, si comprenderà, per poter chiudere delicate situazioni pregresse ma soprattutto per pianificare il rilancio di un glorioso marchio che può dire ancora molto nel panorama locale e nazionale".

Rilancio. Questa la parola d'ordine della rinnovata "Irti Lavori" che entro l'anno dovrebbe chiudere tutte le situazioni debitorie e lanciarsi in operazioni diversificate rispetto alle costruzioni che erano e restano la sua spina dorsale.

"Non è stata un'operazione di desaparecidos o di squali- ha spiegato Maccagni-, al contrario. Abbiamo creduto nelle possibilità di questa azienda e nelle enormi potenzialità, dopo un attento studio, di questo territorio. Alla luce anche di quanto è accaduto nel settore degli appalti pubblici, oggi il profitto si fa con il lavoro. Ecco, la nuova "Irti Lavori" punta sulla capacità di trovare, inventare, sognare il lavoro".