LogoLogo

FURTO IN CASA: PER CHI LO SUBISCE PEGGIO DI UNA VIOLENZA



Segui Angelo De Nicola su Facebook


L'AQUILA - "I ladri hanno asportato oggetti di scarso valore". La tipica frase che chiude i verbali di polizia dopo un furto in appartamento, invece di mettere una pietra sopra alla vicenda apre un vero e proprio dramma. Un "piccolo" furto, nella stragrande maggioranza dei casi, cambia la vita alla persona derubata (specie se si tratta di una donna) la quale rischia di essere colpita da una vera e propria sindrome che causa senso di insicurezza, perdita di fiducia in se stessi e negli altri, aggressività verso il prossimo e persino depressione.

È quanto ha affermato Rosantonietta Scramaglia, docente all'Università Iulm di Milano, che al seminario internazionale "Global security - sicurezza senza frontiere" in corso all'Aquila, ha presentato i sorprendenti risultati di una sua indagine sui furti in abitazione, svolta su un campione di vittime. Dal sondaggio tra uomini e donne in età compresa tra i 16 e gli 80 anni, la professoressa ha scoperto che è proprio il "piccolo" furto a lasciare segni indelebili: nel 71 per cento dei casi incide sul comportamento abituale delle persone, modificandolo per sempre. "Chi ha subito un furto - ha sottolineato Scramaglia- diventa più timoroso e insicuro, si spaventa più facilmente, ogni volta che entra in casa controlla immediatamente se è tutto in ordine e prima di uscire nasconde gli oggetti di valore e la domenica frequenta, direi maniacalmente, i mercatini per cercare di rintracciare le sue cose".

Intervenendo al seminario organizzato all'Aquila dalle locali Università e dalla Scuola sottufficiali della Guardia di Finanza al dichiarato scopo di fare il punto, sotto il profilo scientifico, della lotta alla criminalità, la professoressa Scramaglia ha contestato il concetto comune secondo il quale il furto è un reato minore proprio per lo choc che prova nella vittima. Che si sente violentata nell'intimo con conseguenze disastrose. "Un oggetto - ha spiegato la docente - caro al proprietario magari per i ricordi del passato che evoca, sotto il profilo economico può valere mille lire. Eppure, nel sondaggio è emerso che quell'oggetto di "scarso valore" per il proprietario è come se facesse parte integrante del proprio corpo, come un arto insomma. Una violenza "carnale": reato grave, dunque, non reato minore". Lo choc della sottrazione violenta, magari avvenuta in casa che è il rifugio per eccellenza, si aggrava oltretutto al momento della denuncia: "Il 90% delle vittime prova infatti sconforto, fastidio e stupore nel rendersi conto che per gli agenti il loro racconto è routine, normalità. È per questo che in molti la denuncia non la presentano nemmeno convinti che intanto non ritroveranno mai le loro cose. Del resto, tra il campione degli intervistati, solo quattro su cento hanno ritrovato la refurtiva e solo il 10% ha ottenuto il risarcimento".