LogoLogo

TRAPPOLA AI RAPITORI DI SOFFIANTINI: UCCISO UN POLIZIOTTO



Segui Angelo De Nicola su Facebook


dal nostro inviato - AVEZZANO (L'Aquila) - I rapitori che stava cercando di catturare, dopo essersi sostituito agli intermediari della famiglia pronti a pagare il riscatto, gli hanno sparato a sangue freddo. Un poliziotto, l'ispettore dei Nocs, Samuele Donatoni, 32 anni, originario di Rovigo e residente a Roma, è stato ucciso ieri sera nella Marsica. Non era armato, non aveva denaro ma una missione delicatissima: cercava di liberare l'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Era la punta avanzata di una operazione che ha impiegato oltre cento uomini. Dopo una logorante "caccia al tesoro" organizzata dai rapitori, pensava di essere a un passo dal successo, invece il povero Donatoni è stato ucciso intorno alle 22 in località Riofreddo, nei pressi di Carsoli, al confine tra l' Abruzzo e il Lazio. L'ispettore è stato soccorso da alcuni dei tanti colleghi che lo seguivano, cercavano purtroppo inutilmente di "coprire" la sua missione. E' stato subito trasportato all'ospedale di Avezzano dove, però, è giunto cadavere.

E' subito scattata un'imponente caccia all'uomo. L'autostrada è bloccata per decine di chilometri, gli elicottori aiutano dal cielo i pattugliamenti di chi è a terra. Ma a notte si era ancora raccolto poco. Le forze dell'ordine hanno operato due fermi: si tratterebbe di pastori della zona, non si sa se e in che modo implicati nalla vicenda. Poco di più si sa anche dei contorni precisi dell'operazione costata la vita a Donatoni. L'esecuzione, perchè di questo sembra si sia trattato, sarebbe avvenuta al momento dell'incontro, quando i rapitori hanno evidentemente scoperto di essere a contatto con la polizia e non con l'intermediario della famiglia Soffiantini. La polizia infatti, su disposizioni dell'autorità giudiziaria di Brescia, si è sostituita all'intermediario della famiglia (senza che la famiglia ne fosse informata) che doveva incontrare i rapitori per pagare il riscatto.

L'operazione salvataggio è stata lanciata in grande stile. Ora tutti gli uomini mobilitati hanno bloccatto i caselli delle autostrade A/25 e A/24 che collegano l'Abruzzo al Lazio e vengono controllati tutti i veicoli e i passeggeri. Posti di blocco sono già scattati in tutta l'Italia centrale, mentre stanno affluendo altri mezzi della polizia, tra l'altro unità cinofile e fotoelettriche sulla strada provinciale di Riofreddo per illuminare il teatro dell'omicidio e la boscaglia circostante. La zona è infatti impervia e buia. Sul posto a notte è arrivato anche il capo della Polizia Fernando Masone. Gli investigatori vi erano probabilmente giunti seguendo, come accade di norma per i pagamenti dei riscatti nei casi di sequestro di persona, un percorso disegnato dai banditi ma ignoto a chi deve recarsi all'appuntamento. Una sorta di "caccia al tesoro" della quale si conosce alla partenza solo la prima tappa, mentre le successive vengono indicate una dopo l'altra da segnali, come comunicazioni telefoniche o messaggi scritti. Così, probabilmente, gli investigatori sono arrivati fino alla provinciale di Riofreddo, forse il luogo dove dovevano lasciare il denaro, forse solo ancora una tappa intermedia. Lì comunque è avvenuto il contatto con i sequestratori. E lì purtroppo qualcosa è andato storto. Donatoni è stato identificato e ha pagato con la vita il suo coraggio.