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SUORA LADRA MA A FIN DI BENE



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CARSOLI (L’Aquila) - Pur di completare l’album dei ”bollini” e intascare i premi, non ha esitato ad infrangere il settimo comandamento. La mania della raccolta di quei bollini che sono allegati ormai alle confezioni di molti prodotti alimentari, è riuscita a far commettere un furto addirittura ad una suora. È accaduto l’altro pomeriggio, tra l’incredulità dei presenti, in un supermercato di generi alimentari di Carsoli, centro dell’Abruzzo aquilano ai confini del Lazio.

«Sì, confesso, ho rubato. Scusate tantissimo ma l’ho fatto per vincere i premi con la raccolta dei bollini e far contenti i bambini del nostro piccolo asilo. Sapete, quei bimbi hanno tanto bisogno...». Così si sarebbe scusata e giustificata la suora appartenente a un monastero di un piccolo paesino arroccato sui colli Sabini della provincia di Rieti. Un monastero che, in effetti, manda avanti anche una scuola materna. Per questo, le motivazioni addotte dalla religiosa, quasi colta da collasso per la vergogna di essere stata sorpresa con il sorcio in bocca, hanno convinto i responsabili del supermercato a chiudere un occhio. Anzi, tutti e due visto che i bollini che la suora voleva trafugare erano almeno un centinaio.

La religiosa aveva studiato il piano con cura. Secondo le poche testimonianze che è stato possibile raccogliere, la suora, sessant’anni, si è messa a girovagare con il carrello attraverso gli scaffali. In poco tempo aveva riempito il carrello di un centinaio di vasetti di una nota marca di yoghurt. Una scorta alquanto strana. Tanto che un dipendente del supermercato non ha potuto fare a meno di notare quel carrello stracolmo di confezioni di yoghurt, per giunta dello stesso tipo e della stessa marca. «Cosa dovrà farci una suora con tutti quegli yoghurt- deve aver pensato il dipendente-? Forse serviranno per i bambini dell’asilo».

Gira, gira, per gli scaffali, la suora s’è presentata per pagare alla cassa con un carrello nel quale, però, dei vasetti degli yoghurt non c’era più traccia. Per questo il dipendente che in precedenza l’aveva notata s’è insospettito. È andato di corsa a controllare negli scaffali. I vasetti, c’erano, ma in compenso erano spariti i bollini dei punti strappati con molta cura dalle confezioni a cui erano allegati.

Bloccata alla cassa come accade con i peggiori ”topi” di supermercato, la suora s’è accesa in volto. Ovviamente, ha subito ”confessato” il singolare furto tirando fuori da sotto la tonaca tutti i talloncini dei ”punti” che era riuscita a trafugare. Quindi, ha farfugliato le sue spiegazioni e ha chiesto perdono prima al Signore e, quindi, ai responsabili del supermercato per aver infranto, proprio lei, uno dei dieci comandamenti. È stata perdonata. «Vada, vada, non presenteremo alcuna denuncia, la faccenda finisce qui» le hanno assicurato ai supermercato dove molti, ieri, negavano addirittura la vicenda pur di mantenere la promessa di non ”rovinare” una suora tradita dal consumismo e dalla pubblicità. Una suora che, per colpa di quei maledetti bollini, è diventata una peccatrice. Chissà ogni bollino rubato quante Ave Maria sono?