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IL PAPA SCIA PER SEI ORE IN ABRUZZO



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L’AQUILA - Occhiali da sole, giacca a vento bianca, cappellino bianco e pantaloni neri. Con questo abbigliamento, il Papa è ”fuggito” ieri mattina dalle anguste stanze del Vaticano per tornare sulle piste di Campo Felice, sulle montagne abruzzesi. Una sesta (di quelle note) ”scappatella” del Papa sportivo inattesa anche per gli addetti di Campo Felice, stazione sciistica a 22 chilometri dall’Aquila, in passato abituati ai ”blitz” sugli sci di Giovanni Paolo Il. Invece Karol Wojtyla ha mostrato, sciando per diverse ore ed addirittura quando era già calata la notte, un ottimo stato di salute a dispetto del recente intervento chirurgico cui è stato sottoposto e che tenne tutto il mondo col fiato sospeso e dei 72 anni compiuti nel maggio scorso. E ieri il termometro era a me- no 12 gradi.

Alle 11, il Papa è arrivato in auto attraverso l’autostrada Roma-L’Aquila scortato da altre due autovetture. Da buon atleta ha preferito fare prima una passeggiata per scaldare i muscoli: due anni sono passati dall’ultima sciata, proprio a Campo Folle, il 28 dicembre del ’90. Quindi, accompagnato dal direttore della società ”Campo Felice”, Federico Gialloreti, e seguito a vista dagli uomini della scorta, Wojtyla ha raggiunto a piedi la base della pista ”Della Volpe”, chiusa perché innevata solo parzialmente con neve artificiale. Da qui, con un ”gatto dette nevi”, il gruppo di sette persone è stato portato in cima ed il Papa ha potuto sciare lungo un percorso ”rosso” (difficoltà media) di circa mezzo chilometro per tre o quattro volte. La pista gli è piaciuta molto. Forse gli ha ricordato la Polonia ed i ”suoi” monti Tatra dove sciava da ragazzo.

Verso le 14 una sosta. Panino al prosciutto e succo di frutta il frugale pasto seduto sulle rocce. Ma subito dopo, il Pontefice si è rimesso sugli sci. E stavolta s’è avventurato tra gli altri sciatori, fatto mai avvenuto finora a Campo Felice dove è stata sempre chiusa la stazione per metterla a completa disposizione dell’inconsueto ospite. Pare sia stato lui stesso a chiedere di non disturbare le circa duemila persone che ieri hanno affollata le sole due piste aperte grazie all’innevamento artificiale con i ”cannoni” sparaneve. Nessuno lo ha riconosciuto. Su degli sci ”Folk” ormai superati ma con attacchi discreti, ha sciato lungo la ”Sagittario”, pista ”blu” (difficoltà medio bassa) e lungo la ”Gigi Panei” che invece è un percorso ”nero”, di grande difficoltà. «Qui non l’ho visto brillante come prima sugli sci- ha commentato ieri sera Gennaro Di Stefano, direttore degli impianti e maestro di sci-. Andava molto in diagonale. Considerata però l’età se l’è cavata alla grande».

Ma la giornata sulla neve, la quarta a Campo Felice, ha riservato al Pontefice una sorpresa. S’erano fatte le 16,30. Era quasi scesa la notte. La stazione era stata ormai chiusa. Il Papa era ancora sulle piste. Così, guidato dalle luci del gatto delle nevi, attraverso la pista ”Campo Felice” (facile) completamente libera, è sceso a valle. «S’è divertito tantissimo, soddisfatto anche della neve artificiale» ha detto Di Stefano che lo ha accompagnato per quel tratto fino alla base. Ripresa l’auto, il Papa ha ripreso l’autostrada. Accaldato e con l’aria soddisfatta.