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Un Volontario al Servizio della Pace

La missione di Celestino
Intervista a Angelo De Nicola
da ”Nuova Acropoli Notizie”, numero 14 gennaio-marzo 2007

(leggi in originale)


Il 5 dicembre 2006, Giornata Internazionale del Volontariato, Nuova Acropoli di L'Aquila ha organizzato un incontro dal titolo: “La missione di Celestino. Un volontario al servizio della pace” a cui hanno partecipato Angelo De Nicola, giornalista e Sandro Spagnoli, responsabile delle Missioni internazionali di Nuova Acropoli.

I due relatori, confrontando il messaggio di papa Celestino V con il moderno volontariato, hanno messo in evidenza come ne sia identico il messaggio di pace. Sandro Spagnoli ha sottolineato che i volontari portano alle popolazioni colpite da una calamità non solo un aiuto materiale, ma, soprattutto, un messaggio di pace e fratellanza che si esprime in un abbraccio, in un sorriso, nell'andare al di là delle differenze. Il volontariato di Nuova Acropoli è basato sul servizio, non su uno sporadico aiuto, e si trasforma in uno stile di vita che si esprime nel quotidiano. È donare la parte più profonda e migliore che abbiamo e vivere i valori più veri dell'umanità. Per questo richiede una continua timo formazione etica e professionale.

Angelo De Nicola ha presentato il suo romanzo “La missione di Celestino”. In un percorso molto coinvolgente, sono anche stati letti brani estrapolati dal libro.

Nuova Acropoli, con questa iniziativa, aderisce al progetto “Cordata per l'Africa” a favore della Missione intitolata a Celestino V e nata quindici anni fa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, grazie alle Suore del Monastero di San Basilio dell'Aquila.

De Nicola offre l'intero ricavato della vendita del libro “La missione di Celestino” al monastero africano dove, fra le tante necessità, è importante costruire un pozzo per la raccolta di acqua.


Angelo De Nicola, nato a L'Aquila, è caposervizio del Messaggero. Autore di libri è stato premiato per “Presunto Innocente” (premio “Un libro per l'estate 2003”) e “Da Tragnone a Fidel Castro, gli eventi che sconvolsero L'Aquila” (menzione- speciale del Premio Giornalistico “Guido Polidoro 2004”). Nel 2005 ha pubblicato il suo primo romanzo, "La maschera di Celestino ", e nel 2006 ”La missione di Celestino”.


L'Intervista

Domanda: Perché è stato affascinato dalla figura di Celestino V e perché ha deciso di proporla ai lettori?
Perché l'Eremita del Morrone è un gigante. E lo dico da laico. È conosciuto come il Papa che “per viltade fece il gran rifiuto”, ma il suo fu un atto coraggioso, un messaggio contro la corruzione. Fu un eroe che ebbe il coraggio di rinunciare al potere, di abbandonare il trono dell'uomo più potente del mondo per tornare ad essere se stesso davanti a Dio ed agli uomini. Un Ghandi del Duecento, un Martin Luther King dei suoi tempi.

D.: Chi è stato Celestino V e in cosa è consistita la sua rivoluzione all'interno della Chiesa di quei tempi?
Il frate eremita Pietro da Morrone si fece incoronare papa all'Aquila il 29 agosto 1294, cioè fuori dalla Roma corrotta, e fece il suo ingresso a dorso di un asinello come Gesù Cristo a Gerusalemme. Celestino riportò al centro la spiritualità, la Chiesa spiritualis a dispetto di quella carnalis impersonata dalla guerra per il Papato tra le famiglie gentilizie dei Colonna e degli Orsini, in un filo logico-spirituale che veniva da Gioacchino da Fiore (il quale aveva profetizzato l'avvento di un Pastor angelicus che molti riconobbero nell'Eremita) e passava per San Francesco d'Assisi. Agli Aquilani, abitanti di una città nata da meno di cinquant'anni, ma già sconvolta da lotte tra fazioni, predicò la pace istituendo la Perdonanza affinché i pellegrini entrassero nella “città della pace”.

D.: Cos'è la Perdonanza? Qual è stato il suo significato e quale può essere il suo messaggio ai giorni nostri?
Due gli aspetti da sottolineare. Quello più prettamente spirituale del Perdono e quello, invece, laico legato alla “proprietà” della Bolla della Perdonanza, con la quale il papa del Morrone concesse l'Indulgenza plenaria a chi, “sinceramente pentito e confessato”, passasse sotto la Porta Santa della Basilica di Collemaggio, ogni anno, tra i vespri del 28 e del 29 agosto (una sorta di Giubileo ante-litteram). Il “Perdono” (parola in cui domina il "dono") è la chiave dirompente ed attualissima del messaggio celestiniano, è l'anticamera della pace. Se litighiamo con una persona e non ci perdoniamo, non faremo mai la pace. Se trasliamo questo banale concetto alla “guerra santa” che noi Cristiani abbiamo fatto ai Musulmani (le Crociate) ed i Musulmani fanno a noi Cristiani (la Jihad), se non ci “per-doniamo” vicendevolmente, la Pace non la faremo mai. Quanto alla Bolla, se vogliamo credere ad alcune interpretazioni, Celestino la affidò alla Municipalità aquilana e non alla Chiesa prevedendo (come avvenne) che quest'ultima l'avrebbe osteggiata; Bonifacio VIII fece carte false per riaverla ed annullarla. Un gesto significativo: un atto papale, un altissimo gesto di cristianità affidato ad un Municipio.

D.: Com'è nato e in cosa consiste il progetto "Cordata per l'Africa"?
È un progetto, ideato da me e dall'etnografo e scrittore Vincenzo Battista, teso a raccogliere aiuti per la Missione in Africa, intitolata a Celestino V. L'idea è nata quando, nel marzo del 2005, il cantautore Francesco De Gregori lanciò il suo disco “Vai in Africa Celestino” con un dichiarato riferimento all'Eremita del Morrone. Le Suore benedettine-celestine del monastero di clausura di San Basilio approfittarono per lanciare un appello per la loro Missione africana. L'appello pervenne anche a me che, in quei giorni, stavo completando il mio romanzo “La maschera di Celestino”. Il contatto diretto con le Suore di San Basilio mi ha aperto nuovi scenari, inimmaginabili, per la mia ricerca sulla figura di Celestino V e su questa mia, straordinaria, città. Cosicché, è venuto inevitabilmente fuori il seguito de “La maschera di Celestino”. Una seconda puntata, diciamo così, che però non può assolutamente prescindere dalla prima, già pubblicata. Tutto il romanzo ruota intorno alla Perdonanza, evento in cui la Porta Santa della Basilica di Collemaggio dell'Aquila (l'unica Porta Santa fuori Roma!) viene aperta il 28 e 29 agosto di ogni anno con una solenne cerimonia; nel 2006 è giunta alla sua 712.ma edizione. Tutti coloro che l'attraversano, con uno spirito di profondo pentimento, vengono assolti dai loro peccati. Il Perdono è un'idea molto semplice che, però, è alla base di un mondo migliore.




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